Un agente della polizia di Stato in servizio a Rimini è stato sospeso dopo che la Procura della Repubblica dell’Aquila ha avviato un’azione penale nei suoi confronti. L’uomo è accusato di aver orchestrato una sostituzione d’identità durante un concorso pubblico per l’ammissione alla Scuola Superiore degli Ispettori della Guardia di Finanza.
L’episodio risale al 2019, ma il provvedimento disciplinare è scattato nel febbraio 2023, quando il Ministero dell’Interno ha ritenuto che l’accusa fosse incompatibile con il ruolo ricoperto. L’agente ha contestato la decisione e presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell’Emilia-Romagna, sostenendo che la misura fosse ingiusta e tardiva.
Il TAR ha respinto il ricorso, confermando la sospensione e sottolineando la gravità del comportamento contestato. Pur non avvenuto durante il servizio, il reato incide sulla credibilità e sull’integrità richieste a un membro delle forze dell’ordine. Inoltre, secondo i giudici, il Ministero ha agito nei tempi previsti, dato che la sospensione è stata adottata poco dopo la comunicazione della Procura.
L’agente, che ora dovrà anche pagare 2.000 euro di spese legali, potrebbe proseguire la battaglia giudiziaria con un ulteriore ricorso. La vicenda mette in evidenza l’importanza della trasparenza nei concorsi pubblici e la severità delle conseguenze per chi cerca di aggirare le regole.