Rimini, tensioni tra sacerdoti sfociano in scontri e disordini fra fedeli durante la “messa”. Aggiornamento: tutti i dettagli

Un clima di tensione e conflitto sta scuotendo una comunità cattolica di rito orientale della provincia di Rimini, coinvolgendo due sacerdoti e i loro rispettivi sostenitori. Tutto è iniziato circa due anni e mezzo fa, quando un prete di 45 anni, originario dell’Est Europa e allora parroco, si è visto negare il rinnovo dell’incarico pastorale. Al suo posto è arrivato un sacerdote più giovane, di 35 anni, appartenente alla stessa comunità religiosa.

Cattedrale dell’ingresso al Tempio della SS. Madre di Dio & di San Nicola di Myra – Rimini

Da quel momento è scoppiata una guerra legale e mediatica. Il sacerdote “uscente” avrebbe avviato una campagna diffamatoria sui social contro il successore e contro le autorità ecclesiastiche che hanno deciso l’avvicendamento, arrivando ad accuse gravissime, come quelle di essere delle “spie al servizio di Putin”. Per difendere la propria reputazione, il sacerdote più giovane e le istituzioni religiose si sono affidati all’avvocato Maurizio Ghinelli del foro di Rimini, dando il via a denunce incrociate per diffamazione aggravata.

La situazione ha avuto un’escalation drammatica lo scorso 9 marzo, durante una funzione religiosa celebrata dal nuovo parroco. Due donne, considerate vicine all’ex sacerdote, hanno interrotto la celebrazione accusando pubblicamente il celebrante di “tradimento”. La reazione dei fedeli presenti è stata immediata, con accese discussioni e insulti che hanno portato a una vera e propria rissa verbale. Nel caos, una parrocchiana è stata spinta a terra ed è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso.

Solo l’intervento della polizia, chiamata per sedare gli animi, ha riportato la calma nella chiesa. Gli agenti hanno identificato tutti i presenti e allontanato le due donne protagoniste della contestazione. A seguito di questo episodio, il sacerdote attualmente in carica, assistito dal suo legale, ha presentato una nuova denuncia per turbamento della funzione religiosa.

Il caso, che coinvolge questioni delicate di autorità, fiducia e coesione comunitaria, è ancora aperto e lascia intravedere sviluppi giudiziari e pastorali destinati a tenere banco nei prossimi mesi.