Nel panorama nazionale segnato da numeri pesanti, Rimini resta un’eccezione positiva. Fino a luglio 2025 la provincia non ha registrato vittime sul lavoro: un dato che la colloca fra le sole otto aree italiane senza decessi, secondo l’analisi dell’Osservatorio Vega di Mestre. Una notizia incoraggiante, che però contrasta con lo scenario generale, ancora caratterizzato da troppi incidenti mortali.
Il rapporto mensile evidenzia infatti come, in Italia, i decessi totali arrivino già a quota 607 nei primi sette mesi dell’anno. Di questi, 437 sono avvenuti durante l’attività lavorativa, mentre altri 170 lungo il tragitto casa-lavoro. La Lombardia indossa ancora la “maglia nera”, con 64 morti, seguita da Campania, Veneto e Sicilia.
Dove colpiscono di più gli incidenti
I settori che continuano a pagare il prezzo più alto sono Costruzioni (67 vittime), Attività Manifatturiere (59), Trasporti e Magazzinaggio (57) e Commercio (42). Le fasce d’età con incidenza più elevata restano quelle over 65 e tra i 55 e i 64 anni, mentre gli stranieri lavoratori presentano un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani: 37 decessi ogni milione di occupati contro 16,1.
Le denunce di infortunio complessive calano leggermente, passando dalle 350.823 di luglio 2024 alle 349.444 del 2025 (-0,4%). Tra le lavoratrici le denunce sono state 125.508, mentre tra gli uomini 223.936. Circa una su cinque riguarda lavoratori stranieri.
Zone rosse e zone bianche
Guardando all’incidenza, alcune regioni restano in “zona rossa” con rischi sopra la media nazionale: Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Puglia. In “zona bianca”, con valori più bassi, figurano invece Lazio e Molise. L’Emilia-Romagna si colloca in fascia gialla.
L’analisi dell’Osservatorio
Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, osserva che il problema rimane irrisolto: i decessi non calano e spesso si ripetono con le stesse modalità. La fotografia aggiornata a luglio mostra, rispetto all’anno precedente, tre vittime in meno in occasione di lavoro ma ben 33 in più in itinere, un aumento del 24,1%.
Il quadro conclusivo
Se a Rimini l’assenza di decessi fa tirare un sospiro di sollievo, la situazione nazionale continua a richiedere interventi incisivi e strategie di prevenzione mirate. Dietro i numeri freddi ci sono vite spezzate e famiglie colpite: il rapporto Vega, ancora una volta, ricorda che la sicurezza non è un traguardo acquisito ma un impegno quotidiano.