D’ESTATE i turisti, d’inverno trans e prostitute. Era la ‘politica aziendale’ della famiglia che gestiva il residente al n.15 di via Verga, sequestrato ieri mattina dai carabinieri di Riccione. Nei guai sono finiti padre, madre e due figli, i quattro soci della Abel sas, ora indagati per favoreggiamento della prostituzione. Uno dei figli però è Fabio D’Achille, 35 anni, architetto, nonchè ex consigliere comunale per il centrosinistra del Comune di Misano e oggi membro della segreteria locale del Pd. Secondo gli inquirenti, era lui insieme ai genitori a riscuotere gli affitti delle ragazze, a differenza della sorella che non avrebbe invece avuto ruoli. I conti sono presto fatti: otto appartartamenti (e tre garage) affittati, con regolare contratto, a 16 lucciole alla modica cifra di 250 euro a settimana a testa. In tutto 16mila euro al mese, con l’accordo che a maggio dovevano sgomberare per far posto ai turisti. Per i genitori, il giudice ha disposto l’obbligo di dimora a Misano, mentre per Fabio D’Achille l’obbligo di firma in caserma. Lo stabile è stato sgomberato e affidato a un custode giudiziario.
‘OPERAZIONE Meretricium’, così l’hanno battezzata i militari che hanno dato il via alle indagini dopo la segnalazione di alcuni residenti, stanchi del via vai di clienti che arrivavano a ogni ora del giorno e della notte. A giudicare dal ‘traffico’, non ci voleva molto a capire che genere di affari si trattassero lì dentro, ma nessuno poteva immagine che un intero residence fosse occupato dalle lucciole. I carabinieri hanno quindi deciso di mettere lo stabile sotto la lente di ingrandimento, avendo la conferma che lì dentro si esercitava la prostituzione su scala industriale. Sono quindi andati a vedere a chi apparteneva lo stabile, risalendo alla società e quindi alla famiglia di Misano. Scoprendo che tutti e otto gli appartamenti erano stati affittati a lucciole e transessuali. Due, in qualche occasioni tre ogni appartamento, dove, hanno accertato, si consumava anche la prestazione. Impossibile, hanno concluso, che chi aveva affittato loro le case non sapesse con chi aveva a che fare. Soprattutto dopo avere verificato che a ritirare gli affitti direttamente dagli inquilini erano il padre, la madre e il figlio. Per la stagione invernale, il residence di via Verga si era trasformato in un microcosmo a luci rosse, decisamente redditizio per la famiglia proprietaria dello stabile. Anche se i contratti erano regolari, il ‘fine mese’ erano comuque un bel mucchio di soldi. A cui si aggiungevano i 1.200 euro a settimana che pagavano i turisti durante la stagione estiva, quando le lucciole facevano le valigie e ogni attività tornava alla luce del sole. Chiusa l’inchiesta, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, hanno chiesto e ottenuto i sigilli che sono scattati lunedì mattina.
Resto del Carlino