Rimini. Tre licenziati in 20anni. L’ultimo lo scorso maggio

tribunaleAL LICENZIAMENTO, due anni fa, di Virginia Panigalli, dirigente sollevata dall’incarico nel 2013 dopo una sospensione per 20 giorni l’anno precedente, è seguito a settembre quello di Davide Rughi. Il 51enne, da tempo in forza a Palazzo Garampi, era stato arrestato a maggio dalla Guardia di Finanza che l’aveva sorpreso – su ‘soffiata’ del Comune – a vendere in un mercatino a Cattolica carta igienica, pasta, culle per neonati, stoviglie per la mensa, detersivi ecc., dopo aver alleggerito le forniture destinate ad asili nido e scuole di Rimini. L’accusa formulata nei suoi confronti è di peculato e falso in atto pubblico. L’amministrazione comunale l’aveva subito sospeso dal servizio, parlando di danno di immagine e danno materiale. Tra beni rivenduti e spese legate all’auto di servizio che usava dopo aver coperto le insegne, questo era quantificato in circa 20mila euro.
CIFRA contestata dai difensori del dipendente, Steven Rudolph Niccoli e Roberto Cerliani. Dopo la scarcerazione, il 10 giugno, Rughi tramite i suoi legali aveva chiesto di tornare al lavoro. Ma la giunta Gnassi aveva fatto muro, sostenendo di voler attendere la conclusione dell’iter giudiziario. Iter che è lontano dal suo epilogo, ma il Comune ha deciso di procedere comunque con la linea dura. Con il licenziamento appunto, formalizzato a inizio del mese scorso. E contro il quale ovviamente Davide Rughi potrà fare ricorso. Probabilmente sarà decisivo l’esito del procedimento penale. In caso di condanna appare improbabile il ritorno tra le fila dei dipendenti comunali da parte del 51enne. Il contrario invece in caso di sentenza assolutoria. Il licenziamento di un dipendente comunale è merce rara, rarissima. Negli ultimi vent’anni, oltre a Panigalli e Rughi, solo un precedente: tre persone in tutto.