Rimini. Tutto esaurito nei rifugi dei barboni. Allarme per duecento ‘invisibili’

Emergenza clochard nel Riminese. Sono duecento gli ‘invisibili’ che non vogliono saperne – neppure in questi giorni di freddo polare – di farsi assistere abbandonando i loro rifugi. Costituiti da vagoni ferroviari, tende da campeggio, casolari abbandonati o pericolanti. Solo una piccola parte di essi, poco più di una ventina, ha chiesto e ottenuto di venire ospitata dai ricoveri principali per gli homeless: la Capanna di Betlemme e la Caritas Diocesana. Che sono da tempo al ‘tutto esaurito’. Dalla ventina di persone accolte in media ogni notte alla Capanna si è saliti intorno alla trentina. La Caritas ospita per i pernottamenti in media una dozzina di uomini e altrettante donne; si è arrivati intorno alle trenta. A queste sessanta persone letteralmente ‘senza tetto’ ne vanno aggiunte una quarantina a che trovano rifugio alla Casa don Gallo, gestita dall’associazione Rumori Sinistri. Gestione che continua tuttora nonostante, dal 15 aprile scorso, l’amministrazione comunale abbia intimato di lasciare l’immobile, indebitamente utilizzato. Non si tratta di una vera e propria occupazione – dal punto di vista giuridico – perché in precedenza l’associazione ha avuto titolo per stare in quegli spazi. Titolo che è decaduto, quindi il Comune dove ritornare il pieno possesso del bene stesso, conferma la vicesindaco Gloria Lisi. «Come sempre abbiamo fatto in passato – spiega Carlo Fabbri, responsabile della Capanna di Betlemme – anche in questa stagione invernale attiviamo servizi mirati in stazione per cercare di aiutare chi è senza dimora, dando anche un turn over alle altre persone che accogliamo, in modo di aiutarne il maggior numero possibile». La stazione ferroviaria di Rimini è sempre più… ‘blindata’. «Qualche sera fa ci siamo stati, e non c’era letteralmente nessuno che cercasse rifugio dal freddo. Probabilmente sempre più persone utilizzano i vagoni ferroviari, come nel caso della persona semiassiderata emerso la settimana scorsa». Quanto ai 200 ‘irriducibili’ tra Rimini e provincia? «Qualcuno viene qui per farsi consegnare cibo e vestiti – aggiunge Fabbri – ma non gradiscono che li si vada a trovare nei loro rifugi». Il Resto del Carlino