Rimini. Un premio per la Rimini di oggi e soprattutto per quella che verrà. Consegnato ad Andrea Gnassi il Premio Rotondi come difensore dell’arte per gli interventi progettati e realizzati nei 10 anni da sindaco Cestino

Consegnato ad Andrea Gnassi il Premio Rotondi come difensore dell’arte per gli interventi progettati e realizzati nei 10 anni da sindaco. Dal Teatro Galli rinato dopo le bombe agli investimenti per la cultura, la libertà, la comunità
 
 
“Pasquale Rotondi, un eroe italiano.
Mentre nel centenario della Marcia su Roma la seconda carica dello Stato prende le distanze dalla Festa nazionale della Repubblica del 25 aprile nata dalla Resistenza che ci ha reso liberi, mentre a Predappio sfilano 2 mila persone nostalgiche del fascismo in maglietta nera, dopo che la Premier Meloni il giorno del suo insediamento non cita la lotta di Liberazione come fatto fondante dell’Italia democratica, costituente delle nostre libertà, ci riempie d’orgoglio essere tra coloro che ricevono il “Premio Rotondi ai salvatori dell’arte”. Proprio durante la guerra e l’occupazione nazifascista dell’Italia Pasquale Rotondi, allora Soprintendente di Urbino, portò in salvo quasi 7900 opere d’arte provenienti da Milano, Venezia, Roma, da tutta l’Italia, dal tesoro di San Marco di Venezia ai dipinti di Caravaggio. Le individuò, trasportò in segreto, depositò al sicuro prima nel Palazzo Ducale di Urbino, nel Palazzo dei Principi di Carpegna e poi nella Rocca di Sassocorvaro. Nascose e sottrasse il patrimonio artistico italiano dalla razzia nazista che voleva farne tesori di guerra, lo salvò dalle bombe del conflitto. Un’opera dal valore straordinario, quella di Rotondi. Straordinario per un Paese come l’Italia che nella sua Costituzione, nata proprio dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo, all’articolo 9 “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione“.
Per questo sono orgoglioso che proprio quest’anno la giuria del Premio Rotondi abbia guardato a Rimini.  Al suo investimento per ritrovare orgoglio, storia e futuro investendo sul suo patrimonio artistico e culturale. Orgoglioso che abbia pensato al Teatro Galli risorto dopo le bombe che hanno ucciso 96 persone e distrutto una comunità, al Museo Fellini, al Castello malatestiano e alla sua piazza, che abbraccia e arriva al museo del Part con l’Arengo e il Podestà. Un patrimonio restituito alla città, ai riminesi, a turisti e visitatori del mondo, che la giuria del Premio Rotondi composta dalle Soprintendenze di Milano, Venezia, Roma e Urbino, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dal Comune di Sassocorvaro ha voluto premiare nella sezione “l’arte che salva l’umanità”.
È stata un’emozione ricevere questo riconoscimento insieme a Ingrid van Engelshoven, ministra olandese della cultura, che ha scelto di avviare la restituzione delle opere trafugate dalle ex colonie olandesi. A Giovanni Legnini, ex vicepresidente del CSM e oggi Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione  dopo il sisma del 2016 in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. A Ilaria Borletti Buitoni, vicepresidente del Fai, per l’opera da sempre rivolta al salvataggio dei beni culturali e ambientali. Nel video di presentazione e di motivazione del premio che gli organizzatori hanno prodotto ci sono po’ di momenti  riminesi di qualche anno fa. Cantieri e sogni. Un video che non mi aspettavo, con immagini della Rimini che cambia, noi, io e Jamil, con il caschetto da lavoro sul tetto di quello che oggi è, di nuovo, uno dei più bei teatri d’Italia.
Che qualcosa di totalmente inaspettato e prestigioso come il Premio Rotondi riconosca oggi la strada intrapresa da Rimini ci rende ancora più fieri del lavoro fatto. A pensarci bene poi è anche una bella Storia. Che proprio mentre si vogliono far eclissare i valori della Liberazione, arrivi questo riconoscimento che nasce dall’opera di chi volle salvare l’arte dalle conseguenza di quella tragedia. È una bella storia, opposta alle derive di questi giorni, che Rimini da fuori sia guardata così, con ammirazione e stupore. Ora che l’Italia deve pensare al suo futuro e c’è chi non trova di meglio da fare che essere divisivo sul 25 aprile, a Rimini ora c’è Jamil, che da un anno spinge con bravura e ancora più forza la città in un futuro di cambiamento, nel segno di investimenti nella bellezza e nell’arte. Come dice la Costituzione. Leve fondamentali di umanità, comunità e libertà.”
On. Andrea Gnassi