Scatta il conto alla rovescia per il processo che inizierà lunedì a Rimini, e con esso si accende già il clima di tensione. Al centro delle discussioni, l’elenco sterminato dei 145 testimoni che la difesa dell’imputato Louis Dassilva intende chiamare in aula.
Gli avvocati dei figli di Pierina Paganelli, Marco e Monica Lunedei, hanno definito sproporzionata la lista, sottolineando come solo una parte ristretta potrebbe avere reale utilità ai fini del dibattimento. A loro giudizio, non più di una quarantina di persone tra quelle già ascoltate dagli inquirenti potrebbero effettivamente offrire contributi concreti alla ricostruzione del caso.
Nell’elenco della difesa compaiono non soltanto amici, vicini di casa e concittadini senegalesi di Dassilva – chiamati per illustrare aspetti culturali e usanze del suo Paese d’origine – ma anche esponenti delle forze dell’ordine, in particolare poliziotti della squadra mobile, oltre alla criminologa Roberta Bruzzone. Un ventaglio ampio che, secondo la parte civile, rischia di trasformarsi in una “parata” poco funzionale all’accertamento della verità giudiziaria.
Il processo, che prenderà avvio tra pochi giorni, dovrà affrontare non solo il cuore dell’accusa di omicidio, ma anche la gestione di una mole considerevole di testimonianze che fin d’ora divide accusa e difesa. Il banco del tribunale si prepara così ad accogliere un dibattimento già segnato da tensioni e contrapposizioni accese.