La scure della Guardia di finanza cala su Mister Tucker e signora. Le Fiamme Gialle e i carabinieri di Riccione sono andati a mettere i sigilli alla villa di Misano di 800 mq, tredici auto, tra cui due Lamborghini, un capannone industriale a Riccione,e a un conto corrente con dentro un milione e mezzo. Una mazzata per Mirco Eusebi e Ivana Ferrara, protagonisti della maxi truffa del tubo-salvaenergia. Il patrimonio era già stato sigillato ai tempi del primo processo (finito in Cassazione con una prescrizione), ma c’era il rischio che tutto tornasse al mittente e a quel punto i due pubblici ministeri, Marino Cerioni e Davide Ercolani, hanno chiesto e ottenuto che scattatessero le misure di prevenzione previste dal codice antimafia, in virtù del fatto che tra gli anni ’99-2002, non risulta alcuna dichiarazione dei redditi da parte dei due coniugi che con il tubo stavano invece facendo milioni. L’intero ‘tesoro’, del valore di circa 8 milioni di euro, è stato quindi risigillato ai fini della confisca. Un iter svincolato da quello giudiziario (il processo Tucker-bis per altre truffe si aprirà a dicembre) e molto più veloce. La terra, o più precisamente i pavimenti della grande villa dove moglie e marito vivono ancora, questa volta potrebbero davvero cominciare a tremare.
All’epoca della sua fortuna, l’avevano battezzato ‘Re Tucker’. Per anni, Eusebi e la sua altrettanto volitiva compagna, hanno tenuto le pagine dei giornali. A cominciare da quando, intorno alla ‘Tucker energy saving’, prodotto e commercializzato dalla Tucker Spa di Riccione, si scatenò una vera e propria corsa all’oro.
Il tubo, assicuravano, abbatteva l’inquinamento atmosferico con un risparmio energetico che poteva arrivare fino al 50 per cento. E che Eusebi fosse un venditore di prim’ordine, si capì quando cominciò a inondare il Paese di pubblicità, fino al punto di sponsorizzare la Nazionale di calcio. La gente si mise in fila per comprare i tubi da rivendere con il meccanismo della multi level, dietro il pagamento di 10 milioni di lire. Quando, nel 2002, Eusebi venne arrestato insieme alla piramide di comando dell’azienda con l’accusa di avere messo in piedi una truffa colossale nei confronti di migliaia di ingenui, il popolo dei tuckeriani si sollevò all’unisono, considerandolo alla stregua di un santone. Salvo poi abbandonarlo, costituendosi parte civile, via via che il processo andava avanti e le perizie sancivano che il tubo era una colossale fregatura. In primo grado, Eusebi, difeso da Stefano Caroli e Gian Paolo Colosimo, venne condannato a 11 anni, mentre Ivana Ferrara a 10 anni e 10 mesi. Pene ridotte in Appello, e seppellite dalla Cassazione che pur ritenendo provati i fatti, con la prescrizione mise una pietra tombale sul caso Tucker. A dicembre, il processo bis riguarderà solo le truffe, ma c’è da scommettere che contro il nuovo sequestro i coniugi Tucker si batterranno fino all’ultimo. Il Resto del Carlino
