Rimini, violenta rissa in carcere: feriti un detenuto e due agenti della Penitenziaria. L’episodio alimenta preoccupazione sulle condizioni del Casetti

Una nuova ondata di violenza ha colpito il carcere di Rimini ieri, mercoledì 6 agosto, dove un conflitto tra tre detenuti è degenerato in una brutale aggressione che ha coinvolto anche il personale della Polizia Penitenziaria. L’episodio, che ha avuto origine da un presunto scambio di farmaci tra i reclusi, si è trasformato in uno scontro feroce con armi rudimentali, lasciando sul campo tre feriti, tra cui due agenti.

Tutto è cominciato con una lite tra un giovane di 19 anni e altri due detenuti, tutti di origine nordafricana. Alla base della contesa, secondo quanto emerso, ci sarebbe stato un baratto di medicinali. La discussione è però rapidamente degenerata: i due uomini avrebbero aggredito il ragazzo con oggetti contundenti improvvisati, come manici di scopa e lamette.

Il 19enne è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso, dove gli sono stati riscontrati una lesione lacero-contusa alla testa e numerosi tagli al collo e alle braccia. Ma non è stato l’unico a dover ricorrere alle cure mediche: anche due agenti della Polizia Penitenziaria, intervenuti per sedare la rissa, hanno riportato ferite durante l’intervento.

La gravità dell’accaduto ha riacceso l’allarme sulle condizioni del carcere riminese. Il segretario nazionale del Sappe, Francesco Campobasso, ha preso posizione esprimendo pieno sostegno ai due agenti coinvolti. Ha denunciato come questi episodi non possano più essere sottovalutati o accettati, evidenziando la frequenza e la gravità delle aggressioni subite dal personale in servizio.

Secondo Campobasso, la situazione nella struttura penitenziaria di Rimini è ben nota e continua a essere motivo di seria preoccupazione. La cronica carenza di personale, già oggetto di segnalazioni e ribadita anche durante la recente visita del sottosegretario alla Giustizia lo scorso 21 luglio, contribuirebbe a rendere il lavoro degli agenti non solo più difficile, ma anche pericoloso.

Il rappresentante del sindacato ha sottolineato l’impegno quotidiano del corpo di Polizia Penitenziaria di Rimini, composto da uomini e donne che operano con serietà, professionalità e spirito di sacrificio. Proprio per questo, ha ribadito, lo Stato deve rispondere con fermezza, garantendo maggiori tutele, organici adeguati e strumenti efficaci per fronteggiare situazioni sempre più critiche.

Un carcere sotto pressione, dove la tensione sembra ormai esplodere a ogni occasione. E mentre si attendono provvedimenti concreti, i fatti di ieri confermano una realtà fatta di rischi costanti per chi ogni giorno è chiamato a garantire sicurezza e legalità all’interno delle mura penitenziarie.