Rimini. Violentata e umiliata dal marito «Non vali nulla, sei solo roba mia»

violenzaL’ha pestata a sangue, spesso davanti ai tre figli minorenni. Poi non contento, l’ha violentata, umiliandola e deridendola. Il tutto condito da minacce di morte. Una scia di soprusi e crudeltà, con ferite nel corpo e nell’anima per una giovane madre di soli 29 anni. L’incubo è finito venerdì quando i carabinieri hanno arrestato a Misano G.M, 34 anni, marito della vittima, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pubblico ministero, Paola Bonetti. L’accusa che pende sulla testa dell’uomo è di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni personali aggravate
«Non vali nulla, sei solo roba mia», le diceva dopo averla picchiata e violentata. E lei, una donna di 29 anni, è sempre rimasta zitta, nel terrore che il suo aguzzino, il marito potesse scaricare la sua violenza sui loro figli, tutti minorenni. «Ho resistito pensando ai miei bambini. Se picchia me, lascia stare loro», ha raccontato, tra le lacrime, agli inquirenti.
Mai una parola con nessuno, neanche ai sanitari del pronto soccorso dove spesso era costretta a rivolgersi per farsi curare quelle ecchimosi che il marito le aveva provocato. «Sono caduta delle scale», «Sono sbadata, ho sbattuto contro una porta», si giustificava la poveretta per nascondere un’altra tragica, realtà agli operatori sanitari. Sono stati mesi lunghissimi, di terrore, quelli vissuti dalla giovane madre, un oggetto da usare e da buttare nelle mani di un marito-padrone. Un temperamento violento quello del 34enne, originario del sud Italia, con una lunga scia di precedenti penali nella sua terra d’origine. Si erano sposati giovanissimi i due ragazzi e subito dopo era arrivato il primo figlio, adesso 13enne. Proprio per cambiare vita, la coppia aveva deciso di tagliare i ponti con il sud Italia. Avevano scelto di trasferirsi in Romagna, a Misano, per lasciarsi alle spalle un’esistenza marchiata dalla violenza e dalla microcriminalità in cui era rimasto invischiato il giovane padre.
Sembrava che le cose fossero cambiate, in meglio. L’uomo aveva trovato anche un lavoretto stagionale, erano arrivati altri due bambini, ma il clima familiare negli ultimi mesi era tornato ad essere incandescente. Per un nonnulla il 34enne scatenava la sua rabbia contro la giovane moglie. Schiaffoni, ma anche pugni che l’uomo infliggeva alla moglie, minacciandola anche di morte: «Se apri la bocca, t’ammazzo». Ed a queste scene, troppo spesso, erano stati costretti ad assistere anche i loro figlioletti, terrorizzati da tanta,inutile violenza.
«PAPÀ, lascia stare la mamma», lo avevano invocato, tra le lacrime, ma lui, il 34enne non ha mai avuto pietà e non è stato mai ad ascoltare le suppliche dei bimbi. I pugni ed i calci non si fermavano mai, neanche davanti agli occhi pieni di lacrime dei suoi figli.
Non passava giorno che il 34enne non riempisse di botte la moglie, costringendola a rapporti sessuali contro la sua volontà dopo averla insultata e derisa. Lei rimaneva in silenzio, pietrificata dalla paura che il marito potesse riversare la sua violenza sui bambini.
Ma nei giorni scorsi la donna, all’ennesimo viaggio in pronto soccorso, ha trovato la forza di confessare tutto: «Sì, è stato mio marito a ridurmi così». E per lui, il 34enne violento, sono scattate le manette e si sono aperte le porte del carcere di Rimini. Il Resto del Carlino