La violenza ai danni di un’allora quindicenne c’è stata. La condanna a tre anni per un venticinquenne riminese adesso è definitiva. La Cassazione ha, infatti, rigettato il suo ricorso ed ha confermato la sentenza d’appello che lo condannava a tre anni di reclusione.
E per lui (difeso dagli avvocati Moreno Maresi e Francesco Pisciotti) adesso potrebbero aprirsi le porte del carcere, pur avendo già scontato sei mesi agli arresti domiciliari. Tutto dipenderà da come sarà valutata la patologia che affligge il ragazzo e che già al momento dell’arresto gli aveva evitato la reclusione ai «Casetti».
Il venticinquenne riminese, figlio di commercianti, è stato ritenuto colpevole di violenza sessuale ai danni di una quindicenne. I fatti risalgono a sette anni orsono. Il giovane aveva da poco compiuto 18 anni. Con la ragazzina di appena 15 anni aveva avuto qualche mese prima una relazione di quelle tipiche tra adolescenti. Poi quella storia era finita, ma il ragazzo aveva fatto fatica ad accettarne la conclusione. Stando a quanto emerso dalle indagini, il diciottenne avrebbe usato violenza sessuale per ben due volte sulla ex fidanzatina nel giro di un mese. Poi l’avrebbe più volta minacciata ed ingiuriata, arrivando anche a danneggiarle il motorino. La quindicenne (assistita dall’avvocato Michela Vecchi) aveva però trovato la forza di raccontare il suo calvario alla famiglia che aveva sporto denuncia contro l’ex ragazzo. In primo grado il riminese era stato condannato a sei anni di reclusione come somma dei vari capi d’imputazione che pendevano sul suo capo.
In Appello la sentenza era stata dimezzata a tre anni alla luce anche della prescrizione di alcuni reati.
Ieri la sentenza della Cassazione ha reso definitiva quella condanna a tre anni. Il Resto del Carlino
