Sarà processato con rito immediato il prossimo 3 luglio a Rimini un uomo di 40 anni, cittadino albanese, accusato di aver sequestrato e aggredito brutalmente la sua ex compagna in una stanza d’albergo. I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 gennaio e raccontano una vicenda di violenza estrema, culminata in una lunga lista di accuse gravi: sequestro di persona, violenza sessuale, lesioni personali gravi, maltrattamenti aggravati ed estorsione.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, l’uomo avrebbe attirato la donna – originaria dell’Est Europa – in un hotel, per poi scatenare su di lei un’escalation di aggressioni fisiche e psicologiche. Le ha sferrato pugni e colpi così violenti da fratturarle l’arcata dentale, l’ha minacciata con un coltello e sottoposta a ripetute violenze sessuali. Ma non si è fermato lì.
L’aggressore, sempre secondo la ricostruzione dei fatti, l’avrebbe costretta anche a girare video a contenuto pornografico, destinati alla vendita online. Un dettaglio che aggiunge un ulteriore livello di brutalità e umiliazione a quanto già subito dalla vittima. In quelle ore drammatiche, la donna è stata obbligata anche a consegnare 2.000 euro, somma che l’uomo avrebbe preteso sotto minaccia.
Solo l’insistenza di un’amica ha permesso alla donna di allontanarsi da quell’incubo. Una volta uscita dall’hotel, ha chiesto aiuto, rivolgendosi prima ai medici e poi alla polizia. Da lì sono partite le indagini che hanno portato al fermo e al rinvio a giudizio del 40enne.
La scelta del rito immediato, disposta dal giudice, indica la gravità dei fatti e l’evidenza degli elementi raccolti durante le prime fasi investigative. Il processo, atteso per l’inizio di luglio, dovrà accertare tutte le responsabilità e fare chiarezza su una vicenda che ha suscitato profonda indignazione per la violenza estrema inflitta a una donna da parte di chi, un tempo, aveva fatto parte della sua vita.