RImini Yacht: scena muta dei due colonnelli Gdf davanti al Gip

Scena muta all’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Bologna Pasquale Gianniti. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due colonnelli della guardia di Finanza accusati di corruzione finalizzata alla rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta sulla Rimini Yacht. Enzo Di Giovanni e Massimiliano Parpiglia sono accusati di aver ricevuto denaro in cambio di una verifica fiscale ‘pilotata’ per nascondere lo stato di insolvenza della società di Giulio Lolli. “Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere – ha spiegato dopo essere stati davanti al Gup l’avvocato Alberto Bova, che difende Parpiglia – appena avremo la possibilità di consultare gli atti ci faremo interrogare dal Pm per chiarire la nostra posizione. Abbiamo intanto presentato una istanza al tribunale del riesame”.

Hanno invece risposto alle domande del Gup il ragioniere Alberto Carati, 42 anni, e il commercialista Giorgio Baruffa, 60 anni, consulenti della Rimini Yacht, anche loro ai domiciliari, e Luigi Giannetti, uno dei due marescialli della finanza: per loro il Gip ha deciso la stessa misura degli arresti in casa. Felice Curcio, l’altro maresciallo, era invece all’estero quando sono state eseguite le ordinanze di custodia richieste dal Pm Antonella Scandellari, oggi presente agli interrogatori, ed e’ stato arrestato ieri sera al rientro. Verrà sentito domani dal Gip.

“Al maresciallo Felice Curcio – ha detto il difensore, avv.Patrizio Orlandi – viene applicata l’ordinanza, che ha scadenza il 15 marzo, perché verrebbe ravvisato un concreto pericolo di inquinamento probatorio. Quello che devo rilevare è che nella corposa ordinanza si parla di tutta un serie di argomenti che sono già stati ampiamente trattati nell’interrogatorio di Curcio del 9 luglio. Noi andremo dal Gip a cercare di rispondere in maniera assolutamente precisa, ma gli argomenti sono gli stessi di luglio. Valuteremo poi se ricorrere al Tribunale della libertà. Dovremo vedere anche gli atti che sono in deposito a suffragio dell’ordinanza di custodia, ma francamente non ravviso elementi giuridicamente rilevanti per sostenere oggi il pericolo di inquinamento probatorio”.

Ordinanza di custodia in carcere anche per il presidente della Rimini Yacht, Giulio Lolli, 45 anni, che però non si trova da maggio.

da IlRestoDelCarlino.it