Ha tentato di violentare la nipotina di 13 anni approfittando dell’assenza dei genitori. La bimba però ha raccontato tutto al padre che, dopo aver presentato una denuncia ai carabinieri, ha fatto arrestare il cognato.
In carcere da ieri sera, con l’accusa di violenza sessuale su minore, su ordine del gip del tribunale di Rimini, un 40enne di origine albanese, residente nel Riminese, dove lavora come barista.
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Comunicato dei Carabinieri
Carabinieri arrestano zio “orco” che abusava della nipote 13enne.
Nel pomeriggio di ieri, 20 agosto 2014, i Carabinieri della Stazione di Misano Adriatico traevano inarresto per il reato di violenza sessuale aggravata un albanese 40enne residente nel riminese.
l Carabinieri infatti, a seguito di denuncia della famiglia, raccoglievano sufficienti elementi
a carico dell‘uomo richiedendo l‘immediata emissione della misura cautelare in carcere. In
particolare l‘uomo tentava un primo approccio con la bambina, figlia della sorella della
moglie, anch‘ essa di origine albanese, palpandola una mattina in presenza del fratellino di
6 anni fingendo di interessarsi ad alcuni giochini dell’Ipad, ma, in quel caso, la violenza
terminava in questo modo in quanto erano presenti nell’abitazione anche i genitori.
Qualche giorno più tardi invece, e cioè il 14 agosto, approfittando dell‘assenza dei genitori,
in quanto a lavoro, accedeva nell’abitazione della nipote e, dopo aver distratto il fratellino
con un cartone animato in tv, invitava la bambina nella sua cameretta per poi darle un
bacio e successivamente, in bagno, mentre la minore era lì, per un bisogno fisiologico, egli
approfittava della situazione, abusando sessualmente di lei. Al termine della violenza
l‘uomo ammoniva la nipote affinché rimanesse in silenzio o, altrimenti, sarebbero stati
guai per entrambi. Doveva essere il loro “piccolo segreto” ma, al ritorno dei genitori,
questi trovavano la bambina in lacrime e, chiesto cosa fosse successo, la. minore raccontava
quanto accaduto. A questo punto i Carabinieri, dopo aver ricevuto la denuncia,
relazionavano dettagliatamente i fatti all’Autorità Giudiziaria di Rimini che emetteva la
misura cautelare in carcere, prontamente eseguita nella serata del 20 agosto.