
A Menton lamentano un record di attraversamenti irregolari della frontiera italiana. E così da Parigi l’Eliseo è corso ai ripari: nuove unità di gendarmi sono state inviate al confine con l’obiettivo di frenare i flussi migratori. La nuova stretta della Francia è stata voluta soprattutto dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, il quale ha risposto a una sollecitazione delle autorità locali. E, in particolare, dei dirigenti del dipartimento delle Alpi Marittime, quello più interessato dall’arrivo dei migranti. C’è un fatto non secondario da considerare: il governo del dipartimento è in mano ai gollisti. La mossa di Darmanin e Macron ha quindi anche un sapore politico, vista la necessità del presidente di intrattenere buoni rapporti con il centrodestra.
La nuova stretta di Parigi lungo il confine
I dettagli della decisione voluta dal ministro dell’Interno sono stati resi noti nelle scorse ore su Le Figaro. In particolare, Darmanin ha firmato il decreto con il quale è stato autorizzato lo spostamento di alcune unità della Gendarmeria verso Menton. Il ruolo degli agenti inviati a due passi dalla frontiera con l’Italia è chiaro: creare un argine al flusso migratorio proveniente dal nostro Paese.
All’Eliseo da mesi si guarda con molta attenzione alla crescita del numero degli sbarchi in Italia. Il timore è quello relativo ai movimenti secondari. Cioè all’ingresso di migranti sbarcati in Sicilia e poi in grado di risalire fino al confine francese. Movimenti in teoria vietati dal trattato di Dublino, ma nei fatti molto incidenti nel flusso migratorio che riguarda la Francia.
La pressione su Darmanin e Macron è molto forte. L’opinione pubblica, già indispettita dalla riforma delle pensioni che nelle scorse settimane ha bloccato l’esagono, oggi appare in gran parte favorevole a misure più drastiche. Ma norme più dure sono state chieste in primo luogo dai vertici degli enti locali più interessati dal passaggio di migranti. Eric Ciotti ad esempio, ha scritto una lettera al ministro dell’Interno rendendo noti i numeri record del transito di migranti.
Ciotti è uno dei consiglieri del dipartimento, ma soprattutto è leader nazionale dei Repubblicani. La sua lettera ha fatto molto rumore. Occorre ripristinare i controlli alle frontiere con la massima urgenza – ha scritto – e di dispiegare nuovamente i reparti mobili alla frontiera italiana, per evitare che un’ondata migratoria si abbatta sul nostro Paese”.
“Nel marzo 2023 – ha proseguito Ciotti – il flusso di minori non accompagnati entrati in Francia ha battuto un nuovo record con 521 persone prese in carico”. Numeri confermati dalle autorità di polizia locali, secondo cui già al 7 aprile i minori non accompagnati transitati in Francia sono diventati 729. La maggior parte di loro sono provenienti da Costa d’Avorio, Guinea e Tunisia. Per ospitarli, le prefetture hanno messo a disposizione alcuni alberghi. Circostanza che ha suscitato, alla vigilia della stagione estiva, non pochi malumori anche tra gli operatori turistici.
I risvolti politici della scelta di Macron
Darmanin ha risposto subito alla lettera di Ciotti. La sua firma sul decreto che blinda di fatto il confine con l’Italia è arrivata pochi giorni dopo le lamentele del leader degli ex gollisti. Del resto, lo stesso ministro dell’Interno, come sottolineato su Il Foglio, ha importanti trascorsi nel partito un tempo traino del centrodestra francese.
Ma sulla scelta c’è anche lo zampino dell’Eliseo. Macron ha tutto l’interesse a mostrare il pugno duro sui migranti, nonostante la retorica delle autorità francesi sul presunto mancato rispetto dei diritti umani da parte italiana. Come visto a novembre in occasione del caso Ocean Viking. Non solo, ma l’Eliseo a livello politico è in grave difficoltà. Molti francesi non amano più Macron, la sua coalizione non ha una maggioranza in parlamento. Dietro la stretta lungo il confine di Menton quindi c’è, in primo luogo, una manovra politica volta a concedere aperture ai Repubblicani.
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