Una vera e propria guerra urbana ha paralizzato oggi Rio de Janeiro, trasformando la città in un campo di battaglia. Un’imponente operazione di polizia contro il Comando Vermelho, la principale organizzazione criminale locale, si è conclusa con un bilancio record di 64 morti, tra cui quattro agenti, segnando l’intervento più letale nella storia dello Stato. La reazione dei narcos ha gettato la metropoli nel caos, con scontri a fuoco, blocchi stradali e servizi essenziali sospesi.
L’operazione, lanciata dal governatore Cláudio Castro, ha visto il dispiegamento di oltre 2.500 agenti nei complessi di favelas di Alemão e Penha. Il governatore ha descritto l’intervento come una guerra contro i “narcoterroristi”, lamentando l’isolamento di Rio e chiedendo il sostegno del governo federale. La richiesta è stata accolta: il presidente facente funzione Geraldo Alckmin ha convocato una riunione di emergenza e ha disposto l’invio in città dei ministri della Casa Civil e della Giustizia per coordinare una risposta.
La reazione dei trafficanti è stata di una violenza senza precedenti. Hanno utilizzato droni carichi di granate, fucili d’assalto capaci di abbattere elicotteri e hanno sequestrato autobus, incendiandoli per creare barricate e bloccare le vie di accesso. Tramite messaggi su WhatsApp, hanno costretto parte della popolazione a partecipare ai blocchi, mentre raffiche di centinaia di colpi al minuto trasformavano intere aree in zone di combattimento.
La città è rimasta in ginocchio per tutta la giornata. Scuole e università sono state chiuse, l’aeroporto Galeão ha sospeso i voli e il sistema di trasporto pubblico è andato in tilt, costringendo migliaia di persone a rientrare a casa a piedi. Il sindaco Eduardo Paes ha dichiarato che Rio non può essere ostaggio dei criminali, mentre le autorità hanno elevato lo stato di attenzione a causa del caos e dei rischi per la sicurezza.
Mentre le autorità municipali hanno elevato lo stato di allerta, l’operazione non è ancora formalmente conclusa e il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi. Il principale ricercato, Edgar Alves Andrade, detto “Doca da Penha”, leader del Comando Vermelho su cui pendono venti mandati di cattura, risulta ancora latitante. Le forze dell’ordine hanno sequestrato 75 fucili d’assalto, ma la tensione resta altissima in una città che si prepara ad affrontare una notte di incertezza e paura.












