Risposta di SU al pianto greco di sedicenti ”artigiani e imprenditore del settore edile”

Risposta di Sinistra Unita agli articoli a firma di “un gruppo di artigiani e imprenditori del settore” pubblicati da Tribuna: “Da giorni assistiamo al pianto greco di sedicenti “artigiani e imprenditori del settore” (edile) che con insistenza si rivolgono alla classe politica per chiedere di autorizzare la vendita di capannoni, appartamenti e quant’altro a cittadini stranieri.
La domanda è: a nome di chi parla questa sigla semianonima? e quali interessi è chiamata a difendere? Bene, a noi sembra di intravedervi l’orda di cavallette del cemento che ci ha portato all’accumulo di più di 8.000 appartamenti vuoti (costruiti senza tenere in alcun conto le reali necessità abitative), che ha bruciato in un tempo brevissimo il lavoro di 50 o più anni, che ha devastato il territorio e che obbliga i nostri giovani ad abitare stipati in case orribili e che per giunta costano quanto costa un’intera vita lavorativa.
Nonostante questo scempio qualcuno oggi vorrebbe farci credere che per fare ripartire il Paese sarebbe sufficiente dare un’ulteriore accelerata al mercato del mattone. Questo qualcuno tenta di approfittare di un momento di crisi per abbattere leggi dello stato a tutela del territorio, e chiede di consentire a tutti i residenti non sammarinesi di intestarsi immobili a piacimento senza nemmeno porsi il problema della effettività della residenza (non a caso parlano di residenza anagrafica, e non di residenza effettiva!), ma soprattutto di come sono state concesse le residenze nel corso di tanti anni.
In sostanza, cosa vogliono questi “artigiani e imprenditori del settore”? Vendere! Rientrare della liquidità drenata dallo scudo fiscale. No cari Signori, oggi siamo vicini ad una resa dei conti, e per ripartire chi sbaglia deve pagare. Perché il costo dell’impunità si trasforma sempre in costo sociale. E questo non possiamo più permettercelo. Non può più essere la comunità sammarinese a pagare perché si conservino le vostre rendite di posizione. Se avete costruito oltre ogni limite di ragionevolezza ora dovete farvi carico delle responsabilità conseguenti.
Quello che da più parti non si riesce a capire è che il vecchio sistema è finito e c’è poco tempo per riconvertire la nostra economia verso prospettive più credibili che ridiano fiducia agli investitori e sappiano collocarsi in un contesto internazionale fatto di nuove regole e nuove opportunità.
In questo momento di grave crisi il canto delle sirene della speculazione e degli interessi particolari si farà sempre più forte. Ma dobbiamo assolutamente ignorarlo e impegnarci in una lucida e ragionata analisi affinché si abbandonino i settori compromessi dell’economia e si possa riconvertire il salvabile.
San Marino, la sua storia ed i suoi cittadini sopravviveranno solo se porrà fine al delirio di chi ha tradito lo spirito di umiltà di San Marino.

Sinistra Unita