COME se non bastassero le accuse arrivate da Ancona, ora arrivano anche quelle da Forlì. Robert Halcombe, l’imprenditore americano gestisce il Ridolfi’ ma ancora attende il via libera da Enac (ovvero l’ente nazionale di aviazionecivile) per far ripartire lo scalo, è convinto: Rimini è stata favorita rispetto a Forlì nelle procedure di riapertura dell’aeroporto. Influenze politiche, secondo l’industriale statunitense, avrebbero permesso all’aeroporto di Rimini di avere un percorso accelerato nel complicato iter burocratico. Al punto tale che Halcombe ha chiesto all’ex parlamentare forlivese Pinza di intercedere presso il premier Matteo Renzi perché sblocchi la situazione del Ridolfi’. «Il rischio è che l’aeroporto di Forlì riapra dopo quello di Rimini perché non siamo influenti politicamente». Il motivo? Halcombe ha rivelato ieri che di fronte alle sue rimostranze «Enac ha spiegato che Rimini è il centro economico di questa parte di regione. Al che io ho replicato: cosa pensate della Maserati, che siano zampe di gallina?». Come dire: se c’è la Ferrari, il resto non conta? Chiaro il messaggio mandato ieri da Halcombe, proprio come quello che è arrivato dalle Marche. Dove il parlamentare del Pd Piergiorgio Carrescia ha presentato un’interrogazione al ministero dei Trasporti, convinto che Enav (l’Ente nazionale di assistenza al volo) stia ridimensionando’ l’aeroporto di Ancona, che pure è in aumento di traffico e passeggeri, e favorisca Rimini con investimenti importanti, a partire da quelli alla torre di controllo. Insomma, da Forlì ad Ancona tutti ce l’hanno con Rimini, che pure le sue grane’ le ha passate, visto che l’aeroporto è stato consegnato alla nuova società di gestione Airiminum molte settimane dopo il previsto. E proprio dal Pd riminese replica stizzito al collega, il parlamentare Tiziano Arlotti: «Come ho spiegato ieri di persona a Carrescia, gli investimenti su strutture e tecnologie dell’aeroporto di Rimini sono previsti da anni da Enav. Per quanto riguarda Enac, non ha fatto favori a nessuno…». Anzi, per Arlotti è Ancona che dovrebbe recitare il mea culpa: «Stupisce come, nel momento in cui il Fellini’, in procinto di riaprire, ha avviato le trattative per riallacciare i rapporti con compagnie (e tour operator) che operano storicamente su Rimini, dall’aeroporto di Ancona siano arrivati a offrire 21 euro a passeggero ai vettori russi. Una concorrenza che non merita commenti». Se con Ancona siamo alla guerra, Halcombe assicura invece che Forlì non farà la corsa su Rimini: «Abbiamo business diversi. Rimini si concentra su charter e sui voli dalla Russia, Forlì si muoverà su altri mercati». A partire dai cargo. Il Resto del Carlino
