
“Il rooming in è un’ottima cosa. Il bambino in stanza è una cosa positiva, anche per il dopo parto. Certamente devi essere accompagnata. Adesso vedremo con il ministro Schillaci, che ieri ha fatto un comunicato dicendo che di queste cose ci occuperemo velocemente. Sicuramente riusciremo a fare qualcosa”. Lo ha detto la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella durante la trasmissione “L’Aria che Tira” su La7 Eugenia Roccella interpellata sulla morte del neonato all’ospedale Pertini di Roma.
Per le partorienti “vogliamo ricostruire quella rete che prima era una rete spontanea di parentela e di comunità, che adesso non c’è più, ricostruirla attraverso un welfare di prossimità. Per esempio si parla tanto di telemedicina. Io stessa sono andata dal pediatra mille volte in più di quello che sarebbe stato necessario. Allora perchè non avere un collegamento con l’ostetrica, con qualcuno in ospedale che quando hai dei dubbi puà dare dei suggerimenti, ti dice cosa fare”, ha dichiarato Roccella.
“Le donne dopo avere partorito sono in un momento molto delicato. Mi ricordo che quando è venuta una mia amica, non mia madre perchè non era molto materna, non le interessava la maternità, io subito dopo il parto ho detto ‘non fate figli’ questo è stato il mio commento. Ovviamente poi li ho fatti. E’ evidente che siamo in un momento di grande fragilità, di estrema stanchezza, anche di grande felicità, di bisogno, di compagnia e di accudimento. Anche perchè oggi le donne non sono più abituate ad avere un bambino in braccio. Quella catena di saperi femminili si è interrotta”, ha affermato Roccella.
“Io ho a cuore che le donne siano libere di fare figli. Che non vivano gli ostacoli che oggi vivono se scelgono di fare figli. Noi sappiamo che il desiderio di maternità è inalterato. Ancora oggi le donne dicono che vogliono due figli, poi ne fanno uno o nessuno, o li fanno a 40 anni. La situazione dimostra una difficoltà, degli ostacoli che la politica, il legislatore deve tentare di superare”, ha sottolineato la ministra.
In merito all’aborto, “noi vogliamo applicare pienamente la legge 194. A volte chi la difende non la conosce. E’ strano ma la legge 194 è l ‘unica legge che abbiamo, al di là della Costituzione dove la maternità è citata almeno in tre articoli, che stabilisce il valore sociale della maternità cioè qualcosa che oggi si sta perdendo: l’idea che una donna che fa un figlio non fa solo una scelta personale, ma fa qualcosa che è utile a tutta la comunità e quindi va premiata”, ha affermato Roccella.
Sollecitata a commentare le parole del Papa sull’omosessualità, Roccella ha replicato: “Per me tutto questo sul piano personale è molto scontato. Io ho vissuto in un ambiente in cui la libertà sessuale, l’omosessualità e le scelte sessuali erano assolutamente libere e scontate. Lo stesso Pannella, il primo movimento omosessuale in Italia era il Fuori che era federato al Partito Radicale”. “Io non la vedo oggi (una cultura omofoba, ndr) forse perchè l’ho vista tanti anni fa quando c’era una fortissima omofobia nell’epoca in cui ero radicale, mi sembra che oggi dal punto di vista proprio del senso comune tutto questo sia molto cambiato, ci sia molto più attenzione”, ha detto. “Il mio problema è su due cose: primo l’utero in affitto, l’uso che si fa del corpo femminile che deve essere inviolabile e poi dal punto di vista dei bambini. L’utero in affitto in Italia è un reato e penso debba essere trattato come un reato, non debba essere incoraggiato”, ha aggiunto Roccella. Quanto alle adozione tra le coppie omosessuali ha aggiunto: “Io penso che un bambino abbia diritto ad avere una mamma ed un papà perchè questo è quello che dicono tutti gli psicologi. Noi sappiamo che non c’è facilità di adottare, io vorrei partire dal migliore interesse del bambino che è quello di avere due figure diverse: una mamma e un papà”. “Io penso che una persona omosessuale – ha aggiunto – può essere uno splendido genitore. Il problema è: servono due figure differenti? Serve questa complementarietà di figure? Questo è il punto”.
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