Rof 2023 riscopre Eduardo e Cristina, ultimo capolavoro

Per il Rossini Opera Festival il 2023 sarà l’anno della riscoperta di Eduardo e Cristina, trentanovesimo e ultimo titolo del catalogo operistico rossiniano ufficiale: la prima esecuzione moderna nell’edizione critica della Fondazione Rossini andrà in scena l’11 agosto alla Vitrifrigo Arena, con Jader Bignamini sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e il Coro del Teatro Ventidio Basso, in una nuova produzione con regia, scene e costumi di Stefano Poda. Una prima che non esaurisce la mission del festival, che in 44 edizioni ha riportato alla luce il cosiddetto “sommerso rossiniano” ha sottolineato il sovrintendente Ernesto Palacio in un incontro stampa: oltre alle riprese, “il Rof continuerà a lavorare con la Fondazione Rossini per offrire edizioni critiche di versioni alternative o di pastiche come Roberto Bruce o Ivanhoe”, che non figurano nel catalogo ufficiale. Anche Eduardo e Cristina è in effetti un “centone”: ebbe successo alla prima a Venezia nel 1819, con una trentina di repliche in due mesi. Gli spettatori veneziani, però, non sapevano che si trattava di un collage di altre musiche dello stesso Rossini, tratte da Adelaide di Borgogna, Ermione, Ricciardo e Zoraide e Mosè in Egitto. Il titolo rientra comunque tra quelli ufficiali del Rossini serio, “che riserva sempre graditissime sorprese” secondo Palacio. Nel cartellone 2023, altri due titoli seri e poco noti, come Adelaide di Borgogna, in una nuova produzione diretta da Francesco Lanzillotta e messa in scena da Arnaud Bernard, e la ripresa di Aureliano in Palmira, nella produzione del 2014 con regia di Mario Martone, premiata come Best Rediscovered Work agli International Opera Awards. George Petrou dirigerà l’Orchestra Sinfonica G. Rossini. In calendario anche il Viaggio a Reims degli allievi dell’Accademia Rossiniana, protagonisti anche di serate nelle piazze del territorio, concerti lirico sinfonici, concerti di belcanto e in chiusura, il 23 agosto, la Petite Messe Solennelle diretta da Michele Mariotti. Tra le curiosità, due rare cantate, una in onore di papa Pio IX il 15 agosto, l’altra, il giorno prima 14 agosto, in morte di Maria Malibran, celebre interprete rossiniana, composta da Coppola, Donizetti, Mercadante, Pacini e Vaccaj. “Non c’è Rossini, ma va bene lo stesso” dato che si tratta della sezione Rossinimania, cioè divertissement rossiniano, hanno detto Palacio e il direttore artistico Juan Diego Florez, quest’ultimo in collegamento da Vienna dove si prepara alla ripresa di Fille du regiment e al debutto nel Cavaliere della Rosa. Tra i cantanti presenti al festival, Enea Scala, Anastasia Bartoli, Daniela Barcellona, Grigory Shkarupa, Alexey Tatarintsev, Raffaella Lupinacci, Giuliana Gianfaldoni, Olga Peretyatko, Rosa Feola, Maria Kataeva, Teresa Iervolino, René Barbera. “Nei cast abbiamo cercato l’eccellenza” ha spiegato Florez, annunciando “9 debutti e l’ inserimento di 20 ex accademici rossiniani”. Intanto Rossini ‘sfonda’ in Estremo Oriente: in Giappone e in Corea del sud, ha raccontato il presidente del Rof e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro Daniele Vimini. A Tokyo la direzione del Rof ha incontrato l’ambasciatore italiano Gianluigi Benedetti e la direttrice dell’Istituto italiano di Cultura Silvana De Maio e il sovrintendente Palacio ha condotto una masterclass per giovani cantanti. A Seul sono stati invece allacciati rapporti per l’organizzazione della Giornata della Corea a Pesaro. Il tutto in vista di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024.


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