UN ATTACCO «alla pace di tutta l’umanità» per cui non c’è «nessuna giustificazione», religiosa o umana. Papa Francesco è rimasto sgomento dalla violenza che ha colpito Parigi. Azioni insensate, «difficili» da capire per come possano solo essere concepite e compiute «da essere umani». Un «pezzo» drammatico di quella «terza guerra mondiale» che Bergoglio aveva già denunciato di fronte agli orrori dell’Isis e delle guerre che si combattono sparpagliate su più fronti. Ma certo, i terribili fatti di Parigi, gettano ora allarme sull’obiettivo sensibile che lui stesso rappresenta, così come sul Vaticano, cuore della cristianità mondiale ma soprattutto l’allerta sale al massimo livello sul Giubileo, ormai alle porte.
MIGLIAIA sono i pellegrini che si sono già prenotati per l’apertura della Porta santa con papa Francesco in San Pietro l’8 dicembre (30mila solo nel primo giorno) mentre per l’intero anno non si esclude di avere a che fare con cifre che si aggirano attorno ai 20-30 milioni di arrivi. Ma il Vaticano è deciso ad andare avanti e non ci sarà alcuna variazione al programma finora stabilito. Non si vuole cedere alla paura, fare il gioco dei terroristi. Non si tratta di una sottovalutazione dei rischi, spiegano Oltretevere, che anzi sono ben considerati, ma proprio di voler sottolineare ancora di più la volontà di reazione contro chi semina terrore. «Dobbiamo continuare a vivere costruendo pace e fiducia reciproca. Perciò il Giubileo della Misericordia si manifesta ancora più necessario», dichiara il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, di fronte al montare dell’allarme e delle richieste di ripensare lo svolgimento del Giubileo che arrivano da più parti. Interprete se ne fa anche in una lettera subito inviata a Francesco il teologo Antonio Rungi, che chiede un stop alle celebrazioni solenni in calendario a Roma, potenziali obiettivi di attacchi terroristici. La linea del Vaticano, però, di intesa con le autorità italiane, non è questa. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annunciato l’invio di altri 700 militari per la Capitale che durante l’anno giubilare serviranno anche a proteggere oltre alla zona di San Pietro le altre basiliche papali romane anch’esse mete di pellegrinaggi. Dopo la bilaterale col governo sul Giubileo che si era tenuta venerdì pomeriggio, in Vaticano si prosegue sulla linea stabilita.
LA PREOCCUPAZIONE c’è ma viene gestita con «serenità». Già nella notte dei massacri di Parigi, il Papa faceva sapere che l’attacco richiede «una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell’odio omicida in tutte le sue forme». Per tutto il giorno si è tenuto costantemente informato sugli sviluppi. Mentre ieri il presidente iraniano Rouhani ha annullato la visita a Roma e l’incontro col Papa, i fatti parigini rendono ancora più incerta intanto la tappa nella Repubblica Centrafricana di Bergoglio prevista nell’ambito del suo prossimo viaggio in africa a fine novembre. Una visita, quella a Bangui, città dove regna il caos e continuano gli scontri tra gruppi cristiani e musulmani, che Francesco vuole fortemente e che al momento resta confermata. L’interrogativo cresce di ora in ora. Negli ultimi giorni erano stati proprio i servizi segreti francesi a denunciare i crescenti rischi della visita. Ma sarà il Papa a decidere.
Resto del Carlino