Roma. Aula vuota, Palazzo Madama chiude Le riforme urgenti possono aspettare

PARLAMENTOUNO spettacolo già visto, per carità. Ma ieri mattina, l’Aula del Senato desolatamente (quasi) vuota dopo giorni di strepiti e lamenti di tutti i rappresentanti dell’arco politico che sembravano voler discutere fino allo sfinimento il ddl Boschi, ha fatto un po’ impressione. Alle 9,30, quando è cominciato l’ultimo dibattito della settimana sul tema, in Aula si contavano un pugno di senatori. Al massimo, una ventina. Su 300 e passa.

C’ERA da aspettarselo. Perché, in fondo, si parlava di poche ore di dibattito, solo fino alle 14 (al Senato il venerdì e il lunedì non si lavora) dunque quasi tutti hanno pensato bene di darsi alla fuga, come d’altra parte avevano già denunciato l’altra sera i 5 Stelle, quando hanno visto apparire i primi trolley nel guardaroba antistante l’Aula. Solo che ieri – ed è questa la novità – anche i banchi degli stellati erano vuoti. Fatto che ha consentito ad alcuni senatori Pd presenti di consumare una vendetta via social network. La prima stilettata è partita dal senatore Franco Mirabelli. Didascalia sotto la sua foto dei banchi grillini sgombri: «Guardando i banchi vuoti di M5S è chiaro che i trolley fotografati ieri erano i loro», ha scritto su twitter il senatore Franco Mirabelli. Di lì a breve è arrivato anche il dem Francesco Russo. Altro colpo al cuore del senso della legalità e del dovere stellato: «La differenza? Durante la discussione su riforma Senato, i 5 Stelle non ci sono. Il presidente Napolitano sì. Lui, a 90 anni, anche oggi, è presente. I grillini, invece, finito il loro show, se ne sono andati tutti a casa». E vai con la foto del presidente emerito chino sui documenti nel suo scranno di senatore a vita. Russo, in realtà, ha voluto strafare. Mirando dritto al cuore della questora grillina Laura Bottici. Che per prima, giovedì pomeriggio, aveva fotografato le valige impilate in Senato facendo seguire un tweet al veleno: «Al Senato sono già pronti i trolley, tanto domani non si vota #vergogna». Ecco, appunto, vergogna. Su Facebook è apparso un post del senatore dem, distillato di puro sarcasmo: «Cara Laura Bottici, io sono al Senato a seguire il dibattito sulle riforme costituzionali mentre i vostri banchi sono vuoti… Buon weekend!». Non finirà così, è certo. Perché i grillini non amano essere presi in castagna e quando accade, poi si vendicano. Ma sul tema delle assenze, c’è poco da dire. Ieri in Senato c’era il vuoto. Spiccava Sergio Zavoli, oltre a Napolitano, anche lui 90enne. E quando è intervenuto, Anna Finocchiaro e il presidente emerito sono rimasti in piedi ad ascoltarlo. Non è successa la stessa cosa, per dire, quando sono intervenuti Doris Lo Moro, minoranza Pd, e Lucio Malan, FI. In fondo, è stato quasi un soliloquio, il loro. «Ma insomma, i parlamentari non lavorano solo nelle Aule, ma anche sul territorio – ha tentato una vertiginosa arrampicata sugli specchi il sottosegretario Ivan Scalfarotto – dare il messaggio che i trolley servano ad andare in spiaggia sarebbe ingeneroso». Comunque, questa sessione di riforme di sicuro parte male e non giova ai bilanci. Il vicepresidente della Camera, il grillino Di Maio, ha fatto due conti. «Il Senato ci è costato, fino a oggi, un milione di euro e spero che questo dibattito finisca presto, visto che le riforme costituzionali ci sono già costate la metà di quanto oggi costa il Senato all’anno». Fosse solo questo il problema.

Fonte: LA STAMPA