Sono tre i filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Arezzo sul dissesto finanziario di Banca Etruria. I pm coordinati dal procuratore capo, Roberto Rossi, indagano sul reato di ostacolo alla vigilanza da parte degli ex vertici (fascicolo aperto nel marzo 2014 dopo la relazione degli ispettori di Bankitalia), su presunte false fatturazioni e sull'”omessa comunicazione” al Cda del conflitto di interessi in relazione ai fidi concessi dall’istituto di credito a societa’ riconducibili ad alcuni amministratori. Il blitz scattato stamattina riguarda proprio quest’ultima tranche e vede i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo toscano impegnati nell’acquisire documenti contabili in una serie di aziende riconducibili all’ex presidente Lorenzo Rosi e all’ex consigliere Luciano Nataloni: obiettivo degli inquirenti e’ capire se la banca aveva convenienza ad eseguire certe operazioni (i finanziamenti avrebbero generato perdite per 18 milioni di euro), se sono state rispettate le condizioni di mercato e se esistono relazioni tra le societa’ in questione. Sulle scrivanie dei magistrati ci sono anche i ricorsi di diverse associazioni di consumatori per la vendita di obbligazioni secondarie a risparmiatori che non sarebbero stati messi a conoscenza dei rischi connessi a questi strumenti finanziari: la Procura di Civitavecchia, in relazione alla morte del pensionato Luigino D’Angelo – toltosi la vita il 28 novembre scorso dopo aver scoperto che i risparmi di una vita erano finiti in polvere – indaga a sua volta sulle ipotesi di istigazione al suicidio, da un lato, e su quella di truffa (ai danni di D’Angelo ed, eventualmente, di altri risparmiatori), dall’altro.
La vicenda di Banca Etruria nelle scorse settimane ha arroventato anche il dibattito politico con una mozione di sfiducia del M5S al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, il cui padre e’ stato per nove mesi vicepresidente di Banca Etruria: mozione respinta a larga maggioranza dalla Camera, qualche giorno prima che anche l’Antitrust ribadisse l’inesistenza di un conflitto di interessi del ministro nella vicenda del salvataggio dell’istituto di credito. Oggetto di polemiche pure l’eventuale “incompatibilita’” tra il coordinamento delle indagini sul crac svolto dal procuratore di Arezzo e la consulenza dello stesso magistrato con il dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio: ma dopo l’audizione dello stesso Rossi, fissata d’urgenza tra Natale e Capodanno, il presidente della prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, ha smentito l’esistenza di un ‘caso’: “abbiamo iniziato a farci l’opinione che non ci siano margini per aprire una pratica per incompatibilita’ ambientale o funzionale”. In ogni caso, la commissione ha deciso di acquisire le relazioni di Bankitalia su Banca Etruria per procedere a una “verifica finale” sulla ricostruzione dei fatti e tirera’ le fila del proprio lavoro lunedi’ 11 gennaio. (AGI)