Roma. Beatrice Lorenzin: “Basta morti di parto, chi ha sbagliato paghi, ora nuove linee guida per le donne incinte”

neonato 2“IL nostro obiettivo è portare la mortalità per parto verso lo zero. Quando avviene un decesso dobbiamo essere certi che si sia trattato di un caso impossibile da prevedere e da gestire”. Il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin ha mandato gli ispettori negli ospedali dove 5 donne hanno perso la vita poco prima di dare alla luce i figli o subito dopo. Madre di due gemelli da sei mesi, si dice toccata in modo particolare da quanto successo e annuncia uno sforzo per migliorare l’assistenza: “Anche se – dice – i dati italiani sulle morti materne, 10 ogni 100mila nati sono tra i migliori d’Europa.

Ha saputo qualcosa delle ispezioni?
“Non ho ancora le relazioni, quindi non posso esprimere un giudizio ma parlando con alcuni tecnici mi sono fatta l’idea che si tratti di coincidenze. Sono tutti casi diversi tra loro, avvenuti in grandi ospedali”.

Non è troppo presto per sbilanciarsi?
“Infatti aspettiamo cosa verrà fuori dalle ispezioni. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi. Ci sono due punti principali: capire se le cose sono andate realmente come sembra valutando responsabilità da parte del personale, e anche chiarire se ci sono state disfunzioni nel modo in cui sono state seguite le gravidanze, dal loro inizio fino alle cure di emergenza”.

L’assistenza delle gestanti in Italia era ritenuta di alto livello. Sta cambiando qualcosa?
“No, i nostri professionisti sono bravissimi, abbiamo strutture che ogni giorno risolvono centinaia di casi difficilissimi. Tendiamo però a pensare che il parto sia un evento privo di rischi, e invece è naturale ma eccezionale. In gravidanza si scombussolano tante cose nell’organismo. I ginecologi ad esempio spiegano che le infezioni possono mettere a rischio la vita di madre e nascituro. Ma questo, di contro, non deve spingere a una medicalizzazione eccessiva”.

Cosa fare rispetto alle 10 morti per 100mila nascite?
“Il nostro obiettivo è arrivare a zero morti, a parte quelle impossibili da prevenire ed evitare. Dobbiamo tendere alla perfezione, vuole dire avere la certezza che quando c’è un decesso per parto è stato fatto tutto il possibile per evitarlo. E non solo in ospedale”.

In che senso?
“Va fatto un buon lavoro anche durante la gestazione, agendo su assistenza, controlli, prevenzione dei fattori di rischio come aumento di peso eccessivo, alimentazione scorretta, alcol e fumo. Noi politici dobbiamo assicurarci che il sistema lavori al massimo, che ci sia il personale necessario e le reti di emergenza funzionino”.

Lei cosa sta facendo?
“Ho fatto un piano nazionale sulla prevenzione e salute di donna e bambino, con indicazioni per la prevenzione, il parto e la sicurezza di tutta la gestazione. Ora ho incaricato l’agenzia delle Regioni, Agenas, di fare delle nuove linee guida sulla prevenzione delle complicanze in gravidanza”.

Nel 2015 in Italia le nascite saranno per la prima volta meno di 500mila. Come si inverte la tendenza al calo?
“Questa è la vera emergenza del Paese. Un problema enorme che ci consegnerà un futuro da fantascienza, dal punto di vista sociale, previdenziale, economico. L’incremento demografico deve essere un obiettivo principale. Io, banalmente, ho fatto un piano per la fertilità per affrontare i problemi di salute che impediscono di fare i figli. La maternità deve diventare motivo di prestigio e non un disvalore, non si possono più vedere donne costrette a scegliere tra lavoro e gravidanza. Tra l’altro anche lavorare nelle ultime settimane prima del parto può essere un fattore di rischio che ci riporta al discorso di prima sui rischi legati della gestazione “.

Cosa pensa della stepchild adoption?
“Sono contraria all’utero in affitto e se questa

adozione è usata per bypassare il divieto non la condivido, come non si può abbinare all’eterologa, vietata per le coppie omosessuali. Se però è reale, con il figlio di una persona che è adottato dal suo compagno o compagna, allora sono d’accordo”.

Il Messaggero