STAVOLTA pare proprio che Matteo Renzi sia deciso a mantenere la promessa. Quella di togliere il canone Rai da gennaio 2016, ma mettendolo nella bolletta della luce. Ed è partita, immediata, la rappresaglia. Politica, sindacale e dei consumatori. Tutti terrorizzati, in fondo, che la nuova trovata del governo finisca davvero per far pagare se non proprio tutti, almeno un bel po’ di evasori. Ma c’è chi giura «non passerà». E così Grillo, sull’onda del dissenso di sempre a questa trasformazione della tassa più odiata dagli italiani, ieri diceva dal suo blog «che la tassa in bolletta era e resta illegittima», seguito a ruota da Matteo Salvini («una vera truffa in bolletta») e dalla Cgil («si tratta di una misura impropria e discutibile»).
SUL PIEDE di guerra anche i consumatori, con in prima linea il Codacons, già pronto a far ricorso («è illegittimo e incostituzionale»), ma anche l’Assoelettrica ha parlato di «missione impossibile», mentre i grillini si sono scatenati anche in feroci ironie: «Gli italiani – è parola del senatore stellato Gianluca Castaldi – dovranno pagare 100 euro di canone per guardare TeleRenzi, oppure resteranno al buio! Ovvero, saranno costretti a scegliere fra il buio della disinformazione e il buio in senso letterale: roba da regime autoritario!».
Il problema dell’indipendenza e dell’autonomia del servizio pubblico tv è, tuttavia, un problema non prioritario per il Mef. I cui tecnici si sono, invece, leccati i baffi all’idea di far rientrare nelle casse dello Stato un bel po’ di denaro, «circa il 20% in più rispetto al totale attualmente evaso», dice il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. E se l’evasione da canone ondeggia, oggi, intorno ai 500 milioni di euro, si parla quindi di un rientro di almeno 100 milioni. Almeno. Perché queste «sono stime in difetto», secondo Boccia.
GIÀ, ma come funzionerà, in concreto, il canone in bolletta? Prima di tutto, nella legge di Stabilità verrà cancellato il canone come ‘tassa di scopo’ e trasformato in una sorta di accisa che verrà, appunto, inserita nella bolletta della luce (con dizione da definire). L’introito finirà, dunque, nella fiscalità generale, tanto che ogni anno, al pari di quanto avviene per i ministeri, il governo dovrà stabilire l’importo della quota da dare alla Rai per il suo sostentamento. «Par di capire – dice ancora Boccia – che è giunto il momento di uscire dall’ipocrisia sul fronte della natura sociale della Rai: così diventerà una vera tv di Stato. Va bene il modello Bbc, certo, ma usciamo dall’equivoco, una volta per tutte».
RESTA da capire: se il canone finirà in bolletta, come si dovranno comportare i possessori di più di una casa, con due bollette della luce da pagare? A sentire i tecnici del Mef, in questi casi potrà essere stabilito, sempre in finanziaria, che chi paga due volte possa sgravarne una al momento della dichiarazione dei redditi, ma la questione è sotto la lente per ragioni di applicabilità fiscale. Di sicuro – è sempre opinione del Mef – con questo sistema l’evasione sarà davvero ridotta ai minimi termini, con indubbio guadagno per lo Stato. Diverso il discorso Rai, che subirà una vera trasformazione «di Stato» che si concluderà, probabilmente, con l’approvazione della legge sulla nuova governance, prevista per fine dicembre.
IL MESSAGGERO