L’ESORDIO non è tra i più felici. Monsignor Fisichella presenta il Giubileo della Misericordia mentre l’intera città di Roma invoca il medesimo sentimento di compassione per riuscire ad arrivare al lavoro nonostante le metro chiuse, gli autobus in sciopero e la disposizione del Comune sulla circolazione a targhe alterne. Tra polveri sottili e sottili accuse lanciate dal Vaticano – «erano state promesse 131 opere, siamo arrivati a 31 che di fatto sono alcuni marciapiedi che vengono sistemati», ha detto il ‘regista’ del grande appuntamento straordinario –, la Capitale si avvia a celebrare la festa dell’Immacolata e, in contemporanea, l’apertura della Porta Santa con relativo afflusso di pellegrini.
SEMPRE che non prevalga la paura. Monsignor Fisichella ha insistito sul punto («non vedo perché si debba drammatizzare oltremisura»), seguito a ruota dal ministro dell’Interno Angelino Alfano: «La sospensione, anche temporanea, delle norme di Schengen per il Giubileo con ripristino dei controlli alle frontiere italiane non sarebbe compatibile con il concetto di accoglienza dei pellegrini nella Città Santa».
«Quello che dobbiamo fare – ha aggiunto il responsabile del Viminale – è garantire la sicurezza». E su questo aspetto il Vaticano non ha dubbi, seppure qualche precauzione è stata presa come la prenotazione on line per accedere a San Pietro. Mai provata prima.
In fondo, però, questo è un Giubileo diverso. Dalle luci al Led che illumineranno via della Conciliazione e i ponti della città, allo sfruttamento di Internet anche per mettere in guardia i fedeli dalle possibili truffe. «Non c’è solo la sicurezza perché c’è la paura dell’Isis – ha sottolineato Fisichella – ma anche quando qualcuno attenta con una ruberia».
E poi, via camion bar e venditori di souvenir, via cassonetti e largo ai volontari, almeno 100 al giorno, per districare il traffico dei fedeli. Ma pure, pronto soccorso nelle basiliche e non solo nei grandi ospedali e immagini della natura e del Creato proiettate sulla cupola e sulla facciata di San Pietro per ricordare all’umanità che stiamo giocando con il fuoco rispetto al clima.
Un nuovo logo e un portale (Vatimecum.com) per fare chiarezza su servizi a prezzi calmierati e un grande fatalismo sui numeri: «Non so quanti pellegrini verranno a Roma – ha obiettato l’alto prelato delegato all’organizzazione – e neanche mi interessa saperlo». Sarà un Giubileo «diffuso», come ama dire il Papa, e il primo dell’era di Internet. Questo significa che sarà celebrabile, in qualche modo, anche «da remoto».
Sicuramente, per il prefetto Gabrielli, «non sarà un problema per la città». «Dire che ne avremmo fatto volentieri a meno – ha aggiunto – è una bestemmia sia in senso laico che in senso cristiano. Credo, invece, che sarà un’occasione di riscatto». Anche se il prefetto ammette: «C’è una città stanca e afflitta che forse non sta dando il meglio di sè. Ci sono problemi strutturali ma questa è un’occasione». E non sono di secondo piano, i problemi, se persino l’azienda impegnata nel completamento della metro C annuncia la sospensione dei lavori perché non pagata.
DEL RESTO ieri i romani, privati dei mezzi pubblici e orbi delle auto con targhe dispari, non se la sono presa con il Giubileo. Piuttosto con il commissario Tronca definito persino «peggio di Marino». Sui social qualcuno scherza: «È una strategia anti-Isis». I più si limitano a commentare il commissario venuto dal Nord: «Fermate ’sto genio!».