Roma. Consob, Vegas va da Mattarella “Mai pensato di dimettermi”

mattarella«ABBIAMO fatto tutto quello che potevamo fare, mai pensato di dimettermi». Dopo Visco, tocca a Vegas entrare nei salotti degli italiani con un’arringa difensiva in tv. Il numero uno di Consob non ravvisa «nessun elemento di rimprovero» né per l’istituzione né per se stesso ma, ammette a Ballarò, «si può migliorare».
Una difesa a tutto campo, forte dell’appoggio incassato da Mattarella nel pomeriggio («La visita è andata bene, ho apprezzato molto l’intervento sulla necessità di coordinare tutte le istituzioni e definire precise responsabilità», dice sfoderando un mezzo sorriso) ma anche un appello (al governo,
in primis) a fare squadra sulla gestione degli arbitrati.

PER dimostrare che la tutela del risparmiatore è la sua «stella polare», documenti alla mano, mostra i prospetti informativi che mettono in guardia dai rischi dei bond subordinati. Replica alle accuse di non aver più adottato i cosiddetti scenari probabilistici ricordando che «dal 2012 sono stati esclusi dal parlamento europeo» ma, ammette, servono nuove misure. Come «vietare la vendita di alcuni titoli a chi non è in grado di apprezzarne il rischio, magari fissando dei limiti percentuali in base al reddito». Prima del vertice della Consob, il presidente della Repubblica aveva ricevuto anche Raffaele Cantone. Un uno-due che dimostra come lo scudo del Colle sia ben saldo, a tutela della credibilità delle istituzioni e del sistema creditizio nel suo complesso. La linea è ‘fare squadra’, il presidente lo ha ripetuto anche al futuro arbitro, esortandolo ad «andare avanti con tutte le sinergie possibili». Strada che Cantone, soddisfatto per l’appoggio ricevuto, è determinato a seguire. Una moral suasion che ha portato pure il premier ad abbassare i toni. Anche se, raccontano i suoi, l’irritazione per l’ennesima bega ereditata dal passato c’è: prima le pensioni, ora le banche.

«NEL momento in cui la gente è arrabbiata – spiegano – non puoi mettere Bankitalia e Consob a fare gli arbitri. Poi davanti agli elettori ci deve andare Renzi, mica mister Consob…». Una preoccupazione confermata dai numeri del sondaggio di Alessandra Ghisleri per Ballarò: la fiducia nel premier è calata da oltre il 41% (ai tempi dell’elezione di Mattarella) al 30%, con un crollo nell’ultimo mese in parallelo con la vicenda del salva-banche. La linea è chiara: nessuna delegittimazione, bisogna collaborare, ma nemmeno una difesa a priori. La questione è politicamente esplosiva, tocca la pancia (e il portafoglio) dei cittadini e si presta ad essere cavalcata dall’opposizione che, in ordine sparso, chiede la testa di Vegas e Visco. «Nessuna accusa né assoluzione a scatola chiusa», ripetono dal governo. Ma certo il clima non è sereno. Ambienti vicini alla Consob fanno notare che tra le due istituzioni, quella più debole politicamente è proprio quella guidata da Vegas il quale, non a caso, ha lanciato l’offensiva mediatica: «È in momenti come questi che non ci si può sottrarre alle responsabilità», assicura. E di responsabilità si dovrà occupare il Parlamento. Dal Pd si annuncia una proposta di legge per istituire una commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema delle banche, ma è ancora in corso una mediazione con chi preferisce una commissione d’indagine. In ogni caso, dovrebbe partire a primavera e durare almeno un anno. Tempi biblici.

La Stampa