«CON ALFANO abbiamo discusso più volte, questa volta ha vinto lui». Parola del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini che, così, attribuisce in maniera incontrovertibile al suo collega responsabile del Viminale, Angelino Alfano la paternità di una delle norme più contestate della legge di Stabilità: l’innalzamento del limite massimo per la circolazione del contante da mille a tremila euro.
La norma, tacciata dalla minoranza Pd di favorire l’evasione, nasce dalle pressioni di Ncd-Ap in seno all’esecutivo. Così il bersaniano Roberto Speranza ha gioco facile a cavalcare la polemica. Mentre la relazione di accompagnamento alla manovra spiega che la novità servirà a favorire i bisogni di «stretto consumo» degli italiani e non l’evasione.
Franceschini usa parole molto dure per mandare la palla nel campo del Nuovo Centrodestra: l’innalzamento del limite è «una misura che non mi piace, l’ho detto anche in Consiglio dei ministri, dopodiché, com’è giusto che sia, mi sono adeguato alla volontà della maggioranza». In passato, continua il ministro, «abbiamo avuto molte volte una discussione su questo e io sono sempre riuscito a fermare la cosa». Stavolta, non è andata così.
QUINDI, la modifica è partita dal ministro Alfano ma è stata appoggiata dagli esponenti renziani del Pd. Come conferma anche lo stesso Alfano: «Sull’innalzamento al tetto del contante – spiega – Franceschini dice che ho vinto. Ha ragione e vigileremo perché la vecchia sinistra non ottenga passi indietro». Esulta anche la portavoce Valentina Castaldini: questa vicenda «conferma il peso del Nuovo Centrodestra sull’esecutivo. Con buona pace di chi continua a dire che non siamo influenti e schiacciati sul governo». Uno spazio di polemica che, nelle dichiarazioni della minoranza Pd, diventa allora una vera e propria autostrada.
L’ex capogruppo dem alla Camera, il bersaniano Roberto Speranza chiama in causa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Nel governo c’è chi lavora per allargare le maglie della lotta all’evasione fiscale. È il momento che Padoan chiarisca la posizione del governo su un tema così delicato». La posizione del governo, per la verità, è stata già abbondantemente illustrata nelle relazioni di accompagnamento al testo della legge di Stabilità. Qui si legge che «l’innalzamento della soglia, a fronte di studi che escludono un indice di correlazione diretta tra utilizzo del contante ed evasione fiscale, assolve all’esigenza di garantire maggior fluidità nelle transazioni effettuate quotidianamente per il soddisfacimento di bisogni di stretto consumo». Quindi, per l’esecutivo il tetto più alto non può essere collegato all’evasione. Anzi, è funzionale alle transazioni che tutti svolgiamo quotidianamente.
INOLTRE, arrivando a 3mila euro ci allineiamo alla «scelta degli Stati membri, diretti competitors dell’Italia, tendenzialmente attestati su politiche meno restrittive». Ancora, il ricorso frequente all’utilizzo del contante è da correlare, più che alla volontà di aggirare il fisco, «all’elevata percentuale di soggetti unbanked, ossia soggetti estranei al circuito degli intermediari abilitati». Insomma, il vero motivo del ritocco è che molti italiani tengono i soldi sotto il materasso, anziché in banca.
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