Roma. Giubileo. Subito duemila uomini Metal detector anche al Colosseo

roma colosseoIL GOVERNO tenta di stemperare in ogni modo la tensione, ma la sicurezza va garantita. E ieri il questore di Roma, Nicolò D’Angelo, ha spiegato che da lunedì verranno impegnati 2mila uomini, sul suolo della Capitale, per pattugliare ogni luogo considerato a rischio. E anche qualcosa di più. Il piano, dunque, partirà 15 giorni prima dell’Anno Santo. «Tra pochi giorni – ha spiegato ancora – vareremo un nuovo sistema di controllo sui mezzi Atac e su tutto il trasporto urbano. Saremo presenti sugli autobus con le nostre pattuglie». Non solo. Verrà potenziato anche il servizio di video sorveglianza «in tutte le vie di transito dei pellegrini per aumentare la percezione della nostra presenza».

OCCHI puntati, soprattutto, su San Pietro, dove è previsto anche un servizio «di controllo con i rapiscanner – precisa D’Angelo – ci saranno 30 accessi dove saranno impiegati questi strumenti». Nell’ordinanza è previsto «l’arrivo non ancora quantificato di pellegrini – continua il questore – non ci aspettiamo grandi numeri». Previste aree di check-in come nel Giubileo del 2000. Massima attenzione, dunque, per i pellegrini e turisti. «La sicurezza dei visitatori del Colosseo e del Foro Romano era già nel nostro cuore – ha raccontato il soprintendente Francesco Prosperetti – e al Colosseo abbiamo deciso di collocare dei metal detector». Il prefetto Gabrielli, quindi, ha assicurato che «non ci sarà nessuna zona rossa, ma potrebbero esserci, se ci dovessero essere eventi precisi». Intanto, «metteremo in campo un controllo maggiore per la movida e per i locali dei concerti. Memori di quanto successo, ma senza allarmi. Ci saranno controlli molto più stringenti e capillari. Anche allo stadio», ha concluso D’Angelo. «Lo stadio è un potenziale pericolo. Già il controllo delle persone che entrano non è agevole, ma in questo momento occorre stringere maggiormente i controlli: saremo molto più rigidi usando sistemi elettronici rapiscan».

IN ULTIMO, Gabrielli ha spiegato che esiste anche un piano in caso di attacco batteriologico-chimico. «C’è un protocollo nazionale che stabilisce come intervenire con piani ben precisi», ma bisogna stare molto attenti, soprattutto in queste ore di grande psicosi collettiva, ai tanti «falsi allarmi che continueranno ad arrivare». E che rappresentano un effettivo dispendio di energie per chi controlla il territorio. Di cui, è ovvio, si farebbe a meno. Tuttavia, ha concluso Gabrielli, «nemmeno Mandrake saprebbe dire quanti falsi allarmi arriveranno…».
L’allerta, insomma, prosegue.

Resto del Carlino