Roma. Governatori in pressing per il decreto Renzi: «Spendete meglio i soldi»

RenziFINE dell’emergenza tra Regioni e governo. Altra giornata di incontri e colloqui ieri, per risolvere la questione che sta mettendo l’esecutivo contro i governatori. E stavolta, dopo momenti di tensione altissima, la sensazione è che si stia viaggiando verso una soluzione: nel Consiglio dei ministri, in programma oggi, dovrebbe arrivare l’atteso decreto che consentirà di disinnescare la mina con la quale la legge di Stabilità ha rischiato di far saltare i conti di parecchi enti in tutta Italia. Ma nonostante il clima sia migliorato, sulle risorse per la sanità non sembra ci siano margini di trattativa. Come testimoniano le parole del premier Matteo Renzi: «Le Regioni pensino a spendere meglio i soldi che hanno, anziché lamentarsi dei soldi che vorrebbero». Intanto, si apre il fronte della minoranza Pd, che si prepara a presentare dieci emendamenti alla manovra.

L’ARGOMENTO principale di polemica restano i saldi della legge di Stabilità: per il Fondo sanitario ci sarà un miliardo in più. Passa in questo modo per il 2016 a 111 miliardi, quattro in meno dei 115 promessi nel quadro del Patto per la Salute di pochi mesi fa. Ma sui soldi, da quello che emerge, non ci sarà molto da trattare. Lo ha detto chiaramente il premier: «Sono tutti commissari alla spending con i soldi degli altri». L’esecutivo non pare intenzionato, insomma, a mettere altre risorse sul piatto. A distendere gli animi, però, c’è il fatto che sta per essere neutralizzata la bomba del buco da venti miliardi che la manovra crea per tutte le Regioni che hanno usato per altri scopi fondi assegnati per pagare i debiti della Pa.
«Se non arriva il decreto, riconsegniamo le chiavi: il decreto deve arrivare per forza», ha dichiarato il presidente della Puglia Michele Emiliano. E il decreto arriverà nel Cdm di oggi, mettendo mano alla questione contabile. Quindi, va interpretata come una schiarita la decisione delle Regioni di sospendere il parere sulla legge di Stabilità per preparare gli emendamenti al testo. Per Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, adesso «il clima è assolutamente positivo».

INTANTO, chiuso il caos delle Regioni, si sta per aprire un altro fronte: quello con la minoranza Pd, che si prepara a presentare dieci emendamenti per modificare la manovra nei punti più indigesti. Si parte dalla Tasi, che dovrà essere abolita solo per le case di valore medio basso, restando intatta per gli altri: in questo modo si recupera gettito per 1,5 miliardi. Questi soldi in più andrebbero investiti, tra le altre cose, per il Sud e nel piano per il contrasto alla povertà.
Ancora, bisogna abbassare il peso della tassazione sulle transazioni relative agli immobili, come l’imposta di registro e quella ipotecaria e catastale. Dovrebbe, poi, saltare l’innalzamento del tetto sul contante. E dovrebbe tornare la google tax, la tassa che colpisce le grandi multinazionali di internet che raccolgono proventi nel nostro Paese.