NON ci credevano neanche loro. Secondo i rilevamenti in corso di Ixè di Roberto Weber, i 5 stelle a Roma potrebbero raggiungere «il 40% dell’elettorato romano» già alla fine di questo mese. «E se non fanno errori e non dìssipano questo patrimonio, possono mettere chiunque a fare il sindaco – sostiene il sondaggista – vincono comunque a mani basse».
Certo, con un volto e un nome ‘forte’ il gioco sarebbe ancora più semplice, ma per i grillini prima viene il programma, poi le persone. Però la domanda è d’obbligo: «Se abbiamo un nome forte? Preferiamo avere un metodo – conferma Roberta Lombardi, grillina romana di rango – lo stesso che ha selezionato me, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio». «Noi – spiega Lombardi – siamo al lavoro. Il primo passo sarà individuare tutte le soluzioni che il M5S di Roma ha messo in campo per trasformare questa città. Partiremo con cinque temi e saranno i cittadini a scegliere le priorità per Roma, come ad esempio un miliardo di sprechi che si potranno trasformare in importanti risorse e servizi per la cittadinanza».
DI SICURO, quello di Roma sarà un palcoscenico importante per gli stellati che si candidano al governo del Paese, ma sembra anche che tra di loro aleggi un retropensiero ‘tattico’. Quello, cioè, di non bruciarsi con il governo di una città così difficile come Roma per non compromettere l’immagine in vista delle elezioni politiche del 2018.
«O 2017 – commentano alcuni grillini di stanza alla Camera – perché si sta già mettendo male». Cioè? «Gira voce – giura sempre la Lombardi – che il governo voglia fare un decreto per non far votare contemporaneamente Roma e Milano, adducendo la scusa del Giubileo; spero che non sia così, sarebbe davvero troppo». Un modo per ‘disinnescare’ la mina 5 stelle su Roma e non danneggiare il governo? Può darsi, anche se è presto per dirlo, mentre i grillini in Campidoglio le elezioni vorrebbero che fossero già domani.
«Tanto noi siamo pronti», sostiene Marcello De Vito, consigliere comunale stellato. De Vito, il vero candidato sindaco del Movimento, passate le selezioni, nelle urne in cui vinse Ignazio Marino, ottenne, però, poco meno di 150mila voti. Ma stavolta, giura, sarà il suo momento anche se c’è chi sostiene che potrebbere spuntare come outsider Daniele Frongia, capogruppo del M5S capitolino.
LA LOMBARDI, però, frena: «Il candidato M5S a sindaco di Roma lo sceglieremo in Rete il prima possibile». Lei e Alessandro Di Battista, l’altro leader stellato della Capitale che la base tanto vorrebbe con tanto di hashtag su Twitter, non saranno della partita. «Non ho intenzione di candidarmi – scrive Di Battista su Facebook – vi chiedo di rispettare la mia scelta e soprattutto le regole del M5S»
La Stampa