Il nuovo volto degli Stati Uniti in Italia ha il piglio di un imprenditore e l’agenda di un diplomatico con obiettivi chiari: Tilman J. Fertitta, magnate texano di origini siciliane, è ufficialmente atterrato a Roma per assumere il ruolo di Ambasciatore USA in Italia e San Marino, dopo la nomina ricevuta dall’amministrazione Trump e confermata lo scorso dicembre.

Dietro il profilo da uomo d’affari di successo – proprietario di una catena di ristoranti, casinò e della squadra NBA degli Houston Rockets – si cela un ambasciatore che ha già chiarito le priorità della sua missione diplomatica: bilanciare i rapporti economici con l’Italia, spingere l’export energetico americano e allontanare Roma dall’orbita cinese.
Nel suo primo intervento ufficiale, Fertitta ha sottolineato la necessità di ridurre l’enorme disavanzo commerciale con l’Italia, che oggi sfiora i 44 miliardi di dollari, spronando il Belpaese a fare “molti più affari con le aziende americane”, in particolare nel settore dell’energia, dove Washington punta a esportare con forza gas naturale liquefatto.

Ma il messaggio più esplicito è arrivato sul fronte geopolitico: gli Stati Uniti vedono con favore l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta. Fertitta ha espresso “soddisfazione” per la decisione del governo Meloni, che nel 2023 ha formalizzato l’abbandono del memorandum d’intesa con Pechino, siglato nel 2019 dal governo Conte I.
Non manca nel dossier del nuovo ambasciatore anche il tema della difesa, su cui Washington osserva con attenzione gli impegni italiani. L’auspicio, condiviso anche da Fertitta, è che la spesa militare venga gradualmente portata al 2% del PIL, come richiesto dalla NATO, rafforzando così il contributo italiano all’Alleanza Atlantica.
Il mandato di Fertitta si preannuncia quindi intenso, in un’Europa in rapida trasformazione tra tensioni globali, riassetti energetici e sfide industriali. In mezzo, l’Italia: partner storico e terreno strategico su cui Washington vuole tornare a investire, con nuovi volti e vecchi obiettivi.