L’AFFONDO di Papa Francesco contro la Chiesa «affarista», che invece di servire si serve degli altri, contro i vescovi «attaccati ai soldi» e contro quei credenti che parlano di povertà ma poi vivono da «faraoni». Le parole di Francesco sono le prime di questo tenore dopo la nuova ondata di Vatileaks. Intanto in Vaticano proseguono le indagini per la ricerca di riscontri rispetto alla fuga di documenti riservati. Secondo quanto si apprende, nuovi interrogatori si sono tenuti in Vaticano anche ieri pomeriggio. In particolare sarebbe stato nuovamente sentito monsignor Lucio Angel Vallejo Balda; ascoltate anche «alcune persone informate sui fatti ma non inquisiti», fanno sapere fonti vaticane. L’obiettivo è quello di procedere quanto più speditamente possibile in questa inchiesta che vede tra i sospettati il prelato e Francesca Immacolata Chaouqui.
IL PAPA ieri ha parlato nella messa a Santa Marta commentando come sempre le letture del giorno. Ma è difficile non fare un collegamento con quanto sta accadendo in Vaticano. «Nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. È triste dirlo, no?». E ancora: «Quando la Chiesa è tiepida, chiusa in se stessa, anche affarista tante volte» non è «al servizio, bensì si serve degli altri». E poi un affondo contro chi continua a mostrare due facce: «Che il Signore ci salvi dalle tentazioni – ha pregato il Papa – di una doppia vita: mi faccio vedere come ministro, cioè come quello che serve, ma in fondo mi servo degli altri». Qualche giorno fa, prima dei due arresti in Vaticano e della pubblicazione dei due libri (‘Avarizià di Emiliano Fittipaldi e ‘Via Crucis’ di Gianluigi Nuzzi), Papa Francesco aveva incontrato i redattori del giornale di strada olandese Straatnieuws. Bergoglio ha ribadito come nella Chiesa non si possa condurre una vita da re. « Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare».
BERGOGLIO parla anche dei ‘tesori’ della Chiesa spiegando che in gran parte sono di tutti, «dell’umanità». «Non sono i tesori della Chiesa – scandisce Bergoglio portando ad esempio la Pietà di Michelangelo –, ma sono i tesori dell’umanità». Quanto ai beni immobili, case e palazzi, «sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole». E Francesco riferisce di aver chiesto qualche giorno fa «di inviare in Congo 50.000 euro per costruire tre scuole in paesi poveri. Sono andato all’amministrazione competente, ho fatto questa richiesta e i soldi sono stati inviati».