Roma. Ma il vero scoglio è adottare il figlio del compagno

papa 2LO SCOGLIO vero del ddl Cirinnà sulle unioni civili che divide la maggioranza è l’articolo 5, che introduce la
stepchild adoption. Letteralmente «adozione del figliastro», può quindi riferirsi sia a coppie eterosessuali che omosessuali ed è in sintesi l’estensione della genitorialità verso il figlio naturale di una delle parti di un’unione civile all’altra. In Italia è già prevista per le coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano convissuto more uxorio almeno tre anni, ma siano sposate al momento della richiesta.
Il testo della senatrice dem Monica Cirinnà parla della possibilità per chi fa parte di un’unione civile di «adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale» del partner . Una pratica che oltre che nel Regno Unito è consentita anche in altri paesi europei come ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio e Francia. Ora i bambini nati all’estero grazie alla procreazione assistita eterologa in Italia risultano figli solo del genitore naturale: in caso di problemi o di decesso del genitore biologico, l’altro non ha alcun diritto o dovere rispetto al bambino.
Se la legge sulle unioni civili verrà approvata questi bambini avranno due genitori non solo nella prassi, ma anche per lo Stato. Secondo alcune stime i bimbi con genitori omosessuali sono circa centomila in Italia e sono genitori un gay o lesbica su 20. Ma proprio questo punto ha destato maggiori perplessità e critiche. Per Area Popolare (Ncd e Udc) significa aprire alla pratica dell’utero in affitto: se si è sicuri del riconoscimento e della possibilità di adozione da parte del partner – ragionano alcuni senatori contrari (il ddl è stato incardinato nei giorni scorsi a Palazzo Madama) – sarà spianata la strada per trovare una madre surrogata all’estero e poi tornare in Italia e vedere ‘riconosciuta’ la propria famiglia.
ANCHE un gruppo di parlamentari cattolici del Pd ha manifestato varie riserve sulla stepchild adoption che si sono poi tradotte in un emendamento al ddl che introduce l’affido al posto dell’adozione. Ma quale mediazione sarà trovata lo si potrà dire solo quando il provvedimento sarà all’esame dell’Aula.

IL CORRIERE DELLA SERA