Roma. Marino resiste: giunta per il Giubileo Orfini e il Pd non sanno cosa fare

marinoIERI mattina, l’ultimo affronto. Fuori tempo massimo, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha nominato due nuovi consiglieri d’amministrazione dell’Auditorium della Capitale. Nomi pesanti, quelli di Aurelio Regina e Azzurra Caltagirone, espressione dei poteri forti della Capitale. Nomine non gradite al Pd. Matteo Orfini, nelle vesti di commissario del Pd romano, non c’ha visto più. E ha «twittato» velenoso: «La guerra ai poteri forti si è fermata sulle porte dell’Auditorium».

L’IRRITAZIONE di Orfini, contrapposta alla disinvoltura con cui un sindaco ormai dimissionario, ha dato il via a queste nomine, dà un quadro chiaro del clima che si è creato tra Marino e i dem dopo l’annuncio di «volerci pensare» prima di dimettersi in modo definitivo. Una grana anche per Renzi, senza dubbio, questo Marino tentennante, ma il gelo tra le parti è palpabile. Fin troppo. Marino vuole andare alla conta, al più presto, in un’assemblea capitolina che ieri è stata richiesta dalle opposizioni (FI, M5S e Lista Marchini) e che potrebbe celebrarsi subito dopo il 2 novembre. O, addirittura, la prossima settimana. Ma il piano di resistenza di Marino è già pronto. Il sindaco, per restare in sella, proporrà una ‘giunta del Giubileo’, composta anche da consiglieri in carica. Un «colpo di teatro» che il sindaco ha fatto arrivare all’attenzione dei consiglieri dem. E a cui, pare, molti di loro non sarebbero affatto contrari. Il motivo è semplice; i dem non ci stanno a votare una mozione di sfiducia a Marino insieme al centrodestra e all’ex sindaco Gianni Alemanno. Una mossa, per altro, che accomunerebbe tutti i partiti coinvolti in un modo o nell’altro nel calderone di Mafia Capitale, dando l’impressione di una coalizione per abbattere il ‘nemico dei poteri forti’.

ALLO stesso tempo, però, al Pd non basterebbero le dimissioni in blocco dei suoi 19 consiglieri, visto che per arrivare allo scioglimento automatico del Campidoglio ce ne vogliono 25. E nessuno vuol dare una mano al Pd renziano a «scaricare Marino».
Insomma, al Nazareno non sanno come uscirne e c’è chi, dall’interno, dipinge Orfini «confuso e disarmato». La diplomazia è in campo. «Lotti – sostiene una fonte Pd capitolina – deve fare una proposta seria al sindaco, altrimenti non se ne esce; Marino ritirerà le dimissioni e saremo costretti al bagno di sangue in Aula». Marino, intanto, conta di uscire rafforzato dalla manifestazione di domenica in sua difesa (previste 3-4mila persone, potrebbero esserci anche Rosario Crocetta e Michele Emiliano), fatto che renderà ancora più difficile la sua rimozione se deciderà di restar dov’è.