Ignazio Marino ritira le dimissioni oggi o domani? Ignazio Marino non le ritira affatto? Per Matteo Renzi nulla cambia. «Andiamo avanti» è l’input che arriva dal presidente del Consiglio. L’inquilino di Palazzo Chigi non cambia registro su questo. Va spedito e non sente ragioni. Tant’è vero che i suoi non parlano più con il sindaco di Roma, e anche Graziano Delrio, indicato come l’ufficiale di collegamento tra il presidente del Consiglio e il primo cittadino dimissionario, si tira indietro. «Andiamo dritti», ripete il premier. E aggiunge, rivolto ai suoi: «Marino non ha più i numeri, dove pensa di andare?». E quando più di un interlocutore gli spiega che il sindaco vorrebbe solo un atto di distensione, il presidente del Consiglio osserva: «Nessun atto distensivo verso il Campidoglio». Più ultimativo di così…
Un muro invalicabile
Già, non ha voglia di perdere ulteriore tempo, il premier. «La Capitale — dice ai suoi — non può versare ancora in questo stato e non si può continuare ad andare avanti così perché un sindaco ha deciso che andare avanti va bene a lui». Da Roma un tam tam raggiunge il presidente del Consiglio: Marino ritirerà le dimissioni domani o al massimo dopodomani. Insomma, c’è il rischio, anzi di più, che quando Renzi approderà nella Capitale, dopo il suo viaggio in Sudamerica, la grana romana sia ancora lì ad aspettarlo. Marino, che ha capito che sfondare il muro renziano è pressoché impossibile, si è appellato al ministro delle Infrastrutture Delrio per un’ultima mediazione. Ma, ancor prima che arrivasse questa notizia, c’era già lo stop del presidente del Consiglio. Chiunque si muova in suo nome, in questo momento, non ha il suo passaporto. «Noi andiamo avanti fino alla fine», è la parola d’ordine del segretario del Pd. Con questa aggiunta: «Esca dal Campidoglio e poi si vede». Come a dire, poi si tratta.
IL CORRIERE DELLA SERA