TRE MILIONI di famiglie faticano a quadrare il bilancio di bollette domestiche e rate del mutuo o dell’affitto: in sintesi, oltre una su dieci non ce la fa. A tirare le somme sui costi della casa per gli italiani sono gli esperti dell’Istat, che stimano nel 12 per cento del totale i nuclei familiari che si trovano in serie difficoltà nel pagamento degli oneri mensili connessi agli immobili. Mentre i tecnici dell’Abi indicano in 123.630 il numero di famiglie alle quali, tra novembre 2009 e ottobre 2015, è stata concessa la sospensione del pagamento delle rate dei mutui, per un debito residuo pari a 13,3 miliardi di euro. I dati emergono dalla documentazione consegnata dagli economisti dell’Istituto di statistica in Parlamento in occasione delle audizioni sulla legge di Stabilità, di cui la casa rappresenta uno dei punti chiave.
In particolare, si legge, il 10,2% delle famiglie si è trovato in ritardo con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche; tra i nuclei in affitto, il 16,9% si è trovato in arretrato con il pagamento; il 6,3% delle famiglie con il mutuo da pagare si è trovato infine in arretrato con la rata. L’esposizione al ritardo nei pagamenti delle spese per la casa, mettono in rilievo i tecnici dell’Istat, «si associa nettamente all’onerosità delle spese stesse e, in particolare, alla loro incidenza sul reddito disponibile». Tanto che i nuclei più esposti al problema sono quelli più poveri (il 29,2% è stato in arretrato con le spese per la casa, pari a 1 milione e 505mila famiglie) e, più in generale, quelli in affitto (il 27,6%, 1 milione e 320mila) o quelli gravati da un mutuo per la casa (14,8%, 561mila). Le spese per l’abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo) costituiscono, in ogni caso, una delle voci principali del bilancio familiare.
NEL 2014, l’esborso medio di una famiglia per queste spese è stato di 357 euro mensili, a fronte di un reddito netto di 2.460 euro mensili, con un peso del 14,5%. Per le famiglie che vivono in affitto, la spesa raggiunge un picco di 553 euro. Sotto il profilo territoriale, le spese per la casa risultano più onerose nel Nord (15,2%) e nelle aree metropolitane (16,1%).
A rendere conto dell’impatto della crisi contribuiscono anche i tecnici dell’Associazione bancaria italiana, che sottolineano, però, non solo il volume della sospensioni dei pagamenti concesse ma anche la «nuova vitalità per i mutui-casa con un aumento nei primi 9 mesi del 2015 del 92,1% rispetto al 2014». La casa, dunque, rimane uno dei capitoli principali del bilancio familiare. A renderlo meno pesante la cancellazione dell’Imu e della Tasi. Non la pensa così, invece, la leader Cgil Susanna Camusso: «Togliere la Tasi non aiuterà il problema della povertà».
Resto del Carlino