Roma. Papa Francesco: ‘Non trattare i risposati come scomunicati’

Papa Francesco con un bimbo che scatta una foto durante l'incontro con i partecipanti al Pellegrinaggio internazionale dei Ministranti che si tiene ogni cinque anni, in Piazza San Pietro, Citta del Vaticano, 4 agosto 2015. Si tratta di almeno novemila "chierichetti", di età compresa tra i 14 e i 30 anni, provenienti da una ventina di Paesi tra i quali Francia, Italia, Portogallo, Svizzera, Ungheria, Serbia.  Pope Francis with a child that makes a photo during the meeting with thousands of altar boys in St Peter's Square, Vatican City, 04 August 2015. At least 9,000 people aged 14 to 30 from some 20 countries including France, Italy, Portugal, Switzerland, Hungary and Serbia, are taking part in the international Servers Pilgrimage to Rome that is held every five years. ANSA/ GIORGIO ONORATI

Le persone che hanno cominciato una nuova unione dopo lo scacco del loro matrimonio sacramentale non sono assolutamente scomunicate, e non devono assolutamente essere trattate come tali: fanno sempre parte della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nella prima udienza generale dopo la pausa estiva. “Riprendiamo la nostra riflessione sulla famiglia – ha detto il Papa alla prima udienza generale dopo la pausa estiva, oggi nella aula Paolo VI, davanti a oltre 7.000 persone – e dopo aver parlato delle famiglie ferite dalla incomprensione tra i coniugi oggi vorrei fermare la nostra attenzione su un altra realtà: come prenderci cura di coloro che in seguito all’irreversibile fallimento del loro legame familiare hanno intrapreso una nuova unione”.

“La Chiesa sa bene – ha rilevato papa Francesco – che tale situazione contraddice il sacramento cristiano, tuttavia il suo sguardo di maestra attinge sempre a un cuore di madre, cerca sempre il bene e la salvezza delle persone”. “Ecco perché – ha rimarcato a questo punto papa Bergoglio – per amore della verità la Chiesa sente il bisogno di ben discernere le situazioni, come spiega Giovanni Paolo II nella ‘Familiaris consortio’, tra chi ha subito la separazione rispetto a chi la ha provocata, si vuole fare questo discernimento”.

Fonte: ANSA