Si tratta di un’acquisizione di atti relativi ad appalti.
I carabinieri del nucleo investigativo di Roma e i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Napoli sono da stamattina all’alba negli uffici della Consip, la centrale unica degli acquisti della pubblica amministrazione al centro di una mega inchiesta delle procure di Roma e Napoli.
I militari, inviati dal pubblico ministero capitolino Mario Palazzi, sono alla ricerca degli atti sull’appalto finito nell’occhio degli investigatori, il Facility Management 4, una gara da 2,7 miliardi di euro, divisi in 18 lotti. La stessa gara sulla quale voleva mettere le mani l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, personaggio chiave di questa inchiesta, in carcere per corruzione dal 1 marzo.
L’inchiesta vede indagati tra gli altri anche Tiziano Renzi, padre del’ex premier Matteo, il ministro dello Sport Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, e quello della Toscana, Emanuele Saltalamacchia.
Appena due giorni fa, peraltro, la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il capitano del Noe Giampaolo Scafarto, accusato di falso, per avere inserito nell’iformativa finale, datata 9 gennaio, alcune cose non corrispondenti al vero. Due le bufale accertate dalla procura di Roma: la prima attribuisce a Romeo il racconto di un incontro con Renzi
padre, ma la frase in realtà fu pronunciata dal suo collaboratore, l’ex parlamentare Italo Bocchino, probabilmente con riferimento a Matteo Renzi. La seconda, invece, era una annotazione circa l’interesse dei servizi all’indagine, a dimostrazione di un interesse da parte dell’allora premier. Peccato che il presunto 007 fosse stato identificato e non fosse certo un appartenente ai servizi. Dettaglio che però è stato omesso nell’informativa.
La Repubblica