Roma. Renzi«Non si può pagare per un parente Ma è vero che l’intera vicenda è stata gestita con troppa leggerezza»

renzi 4«CHI HA truffato dovrà pagare e chi è stato truffato sarà risarcito». Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, prova ad andare al contrattacco sulla vicenda banche, sul dl varato dal governo («Sono contento di aver firmato quel decreto, abbiamo salvato un milione di correntisti, il 99% dei
risparmiatori») e su una vicenda che ha messo sulla graticola mediatica il padre del suo ministro di punta, Maria Elena Boschi. E proprio sulla vicenda di Banca Etruria, di cui il papà del ministro delle Riforme è stato per otto mesi vicepresidente, Renzi dice secco e tagliente: «Nessun conflitto d’interessi, il padre del ministro Boschi è stato destituito da questo governo». In merito alle polemiche politiche che sono seguite e alla mozione di sfiducia delle opposizioni, Renzi parla di «strumentalizzazione politica che fa davvero tristezza» e di una mozione che «sarà un autogol per loro».

POI ATTACCA duro sia Brunetta («Non ne ha mai azzeccata una») che Salvini («Ha detto che sono un infame, c’è un limite, il rispetto umano, altrimenti c’è l’odio»). Ma Renzi sa, e ammette, che il governo è sotto attacco e a denti stretti dice: «Non rispondo dicendo ‘è colpa di altri’, i cittadini hanno diritto di sapere chi ha sbagliato, è giusto che ci sia una commissione parlamentare d’inchiesta». «Le quattro banche salvate adesso sono solide – ricorda Renzi tornando sul dl – saranno vendute e con tale meccanismo abbiamo salvato il sistema», ma «questo salvataggio non viene fatto con i denari pubblici, è fatto con il denaro delle banche. Il cittadino ci sta rimettendo soldi». La proposta tecnica è sul modello di Credit Agricole: «Le banche vanno accorpate, a partire da quelle di credito cooperativo». Ma sui rimborsi avverte: «Tra le migliaia di persone che accederanno a un arbitrato, si vedrà chi e se ha diritto a riprendere i soldi. Dovranno essere risarcite se sono state vittime di truffe, altrimenti ci atterremo alle regole europee». Sarà il Parlamento a decidere «chi saranno gli arbitri» e qui arriva la stoccata alla Consob, sotto accusa da giorni da parte dei renziani: «Non ha vigilato».
Ma che il tema banche sia diventato un’ossessione, per il premier e per il governo, lo dimostra il fatto che Renzi ne parla due volte nello stesso giorno: prima nel salotto di Vespa, poi con la sua E-news, dedicata esclusivamente a esso.

NELL’E-NEWS, ribadito che «non ci sono leggi
ad personam o banche di partito, col nostro governo», Renzi specifica: «Non saremo mai a rimorchio del giustizialismo. La polemica sul conflitto d’interesse del ministro Boschi è assurda. Abbiamo mandato a casa e sanzionato l’intero cda di Banca Etruria in cui c’era il padre. E anche il ministro, come gli azionisti, ha in mano azioni che non valgono più niente. Nessun favoritismo». Infine, vale sulle banche quello che Renzi dice sulla tenuta dell’esecutivo: «Io non sono fatto per vivacchiare. O si fanno le cose o vado a casa». La voglia di voltare pagina è fortissima. Per ora la controffensiva è partita, ma se arrivassero avvisi di garanzia eccellenti, quanto reggerà?

Resto del Carlino