Roma. Riforme costituzionali, arriva l’ok della Camera con 367 sì. Boschi: Fiduciosa dei ‘sì’ a referendum

boschiIl disegno di legge di Riforma costituzionale, meglio conosciuto come ddl Boschi, supera la quarta lettura dell’aula della Camera e si avvicina al traguardo, che vedrà la parola fine con ilreferendum confermativo, previsto per ottobre 2016. L’aula di Montecitorio ha approvato oggi con con 367 sì, 194 no e 5 astenuti le modifiche di 40 articoli della Carta costituzionale. Nuove funzioni e diversi componenti per il Senato della Repubblica, abolizione del Cnel e cancellazione definitiva delle Province, nuova formula per l’elezione del presidente della Repubblica e dei giudici della Consulta, queste solo alcune delle misure che da oggi non potranno più essere soggette a modifiche. Il ddl infatti tornerà subito in Senato e per il via libera definitivo alla Camera. In questa ultima fase infatti il testo sarà votato nel suo complesso in entrambi i rami del Parlamento senza possibilità di presentare emendamenti. Il timing è già stabilito intorno al 20 gennaio sarà a Palazzo Madama mentre ad aprile a Montecitorio.

Ultimo passo ad ottobre 2016 il referendum confermativo, voluto a tutti i costi dal premier Renzi, anche se in approvazione definitiva alla Camera si raggiungesse la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti(in questo caso infatti la legge può essere immediatamente promulgata dal presidente della Repubblica, ndr.).

IL PD E IL GOVERNO La madrina delle Riforme, Maria Elena Boschi, a caldo a Montecitorio è però cauta “siamo soddisfatti, mancano ancora due passaggi e ora ci prepariamo al Senato”. Matteo Renzi, invece, parla di “maggioranza schiacciante in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno. Stiamo dimostrando che per l’Italia niente è impossibile”. Il presidente del Consiglio infatti rimarca come “due anni fa nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece e’ tornata la politica, è tornata l’Italia”. Sul referendum è il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, a non avere dubbi anzi “non c’è nessun timore, il Partito Democratico ha sostenuto fino ad oggi il percorso delle Riforme e continueràa farlo”. Critico però Gianni Cuperlo, voce della minoranza Dem che spiega: “Con altre colleghe e colleghi ho espresso un voto favorevole riconoscendo alcune correzioni introdotte al Senato e per non arrestare il processo di riforma dopo i troppi tentativi rimasti incompiuti negli anni”. Ma aggiunge: “Continuo a pensare che quando si mette mano alle regole della democrazia – e la Costituzione è questo: la bibbia laica della Repubblica – bisogna cercare sempre di costruire una maggioranza larga. Nel Parlamento e nel Paese”. A Otto e mezzo su La7 la ministra Boschi si è detta “molto fiduciosa” sull’esito positivo del referendum per il ddl delle riforme”.

LE OPPOSIZIONI “Mentre tutti discutono di unioni civili, governo e maggioranza approvano in quarta lettura il ddl Boschi che ammazza la democrazia in Italia. Nessuno è ai livelli di bravura della sinistra quando si tratta di operazioni di distrazione di massa”. E’ Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia a commentare l’approvazione del ddl con l’alleato Renato Brunetta che rincara la dose: “Una estrema minoranza nel Paese ha approvato la riforma costituzionale in uno dei tanti passaggi. Dico una estrema minoranza perché Renzi e compagni piu’ o meno acquisiti ha poco piu’ del 30-32-35% del consenso degli italiani, il resto, 65-70%, e’ contro la legge elettorale e contro la riforma costituzionale”. Di riforma “sgangherata e pericolosa” parla invece Nichi Vendola. Protesta invece in aula alla Camera il Movimento 5 Stelle che al momento delle dichiarazioni di voto sul ddl Boschi, affidate a Danilo Toninelli, hanno esposto alcuni cartelli e bandiere tricolore.

La Stampa