Roma. “Salvini rinuncia? E’ un bene!”. Candidato premier, Gianni Fava approva la scelta del segretario

Forza Italia firma 2 dei referendum proposti dalla Lega«SALVINI non si considera adatto al ruolo di candidato premier? Si ritiene troppo estraneo al Palazzo? È una sua scelta, fa anche il capo della Lega, quindi la rispetto. Vorrà dire che farà ancora meglio il segretario. Dico solo che se si dovesse votare alla scadenza naturale della legislatura, nel 2018, fra i possibili candidati premier ci sono altre figure autorevoli, come Roberto Maroni».
Gianni Fava
(nella foto a destra Newpress), leghista da sempre, assessore all’Agricoltura nella giunta della regione Lombardia, non è abituato a usare giri di parole nelle interviste (poche) che rilascia.
Stavolta invece entra a gamba tesa nel dibattito che si è aperto sul futuro della leadership di un partito che era dato per «morto» («Non certo per me», dice) ma che Matteo Salvini è riuscito a portare ad un inedito 16%.
«Io non mi sento il leader del centrodestra, né di altro. Sono una persona normale. Come presidente del Consiglio vedrei molto bene Luca Zaia… ci metterei la firma domani», sono le parole pronunciate dal «capitano» Matteo Salvini e che risuonano nelle orecchie dei leghisti storici. Il segretario è infatti a caccia del nome giusto per un profilo istituzionale di così alto livello tra il governatore del Veneto, appunto, e quello della Lombardia, Maroni.
Assessore Fava, il problema è risolto, c’è Luca Zaia….
«Ma no… c’è un dato politico certo. Siccome credo che andremo alle elezioni nel 2018 potremo quindi contare su Roberto Maroni che alla fine del suo mandato, dopo aver ben governato la Lombardia, può essere un ottimo candidato».
Ma il governatore ha confessato che ci terrebbe ad inaugurare la Pedemontana nel 2020, quindi a proseguire la sua esperienza a Palazzo Lombardia…
«Lo può fare anche da premier».
Secondo lei chi verrà scelto tra Zaia e Maroni?
«Beh, bisogna chiederlo a Salvini. La mia opinione è che Maroni ha tutte le carte in regola. Come ha dimostrato anche in Lombardia, con la sua lista ‘Maroni presidente’ ha la capacità di pescare anche in un’area di non voto, in quella che potrebbe ribaltare gli equilibri. Zaia farà il governatore fino al 2020 e io non credo che sia utile mandare il Veneto al voto anticipato. Certo, in una partita di quelle dimensioni possono anche saltare tutti gli equilibri territoriali. Però al momento siamo di fronte ad uno scenario dove c’è qualcuno che ha una scadenza naturale».
Lo voterebbe Zaia?
«Senza problemi. Ma ripeto, abbiamo una fortuna, possiamo contare su più uomini con certe caratteristiche, appunto Zaia e Maroni, che governano le più forti regioni del Nord».
Ha un buon rapporto con Salvini?
«Non credo di essere uno dei suoi consiglieri preferiti».
Maroni è alla guida di una coalizione dove non mancano le fibrillazioni con Ncd ma che lui considera un ‘modello’.
«Il dibattito all’interno di una coalizione è normale, così come sono fisiologici i dissidi. L’importante sono i risultati raggiunti in Lombardia. Vorrei ricordare che questa giunta ha licenziato una riforma della sanità e Maroni ha sempre potuto contare su una maggioranza solida, con tutti i numeri».

Fonte: LA STAMPA