Roma. Scandalo sanità, asse Salvini – Maroni. “La giunta regionale non è a rischio”

salvini«FINORA non è emerso un solo euro di tangente pagato dalla sanità lombarda. Abbiamo visto gli atti». Così, mentre dopo una prima notte passata in cella, Mario Mantovani si autosospende da ogni carica istituzionale, la giunta lombarda sotto attacco si ricompatta e il governatore Roberto Maroni da Bruxelles resiste, insiste e rassicura: «La giunta non è a rischio». L’ira del segretario del Carroccio Matteo Salvini, che si abbatte su giudici e sistema mediatico, in «perfetto stile berlusconiano», fanno notare i Cinquestelle lombardi, fa scoppiare il caso politico. La teoria del «capitano» della Lega è che lo «sputtanamento mediatico» è finalizzato ad un «attacco politico, magari per nascondere i problemi del Pd e le cene di Marino e Renzi». Non ha cedimenti nemmeno Massimo Garavaglia, assessore all’Economia («Se questo è un reato ne faccio cento al giorno» ha detto su Telelombardia) raggiunto dall’avviso di garanzia nell’ambito della stessa inchiesta.

QUINDI, esclusi problemi di tenuta politica, con gli alleati che fanno quadrato attorno a Maroni e che oggi faranno il punto in un vertice a Palazzo Lombardia, per il segretario federale della Lega siamo davanti «ad un attacco alla Regione meglio governata d’Italia». Snocciola dati, Salvini, raccontando che «la Regione Lombardia l’anno scorso ha curato un milione e mezzo di persone, e centinaia di migliaia di italiani di altre regioni per un miliardo di euro». Solidarizza con Maroni e gli «amici» della Lega anche l’ex governatore Roberto Formigoni che però con una «buona dose d’ironia» fa notare come il «Carroccio usò toni completamente diversi quando toccò a me» ma «toni a parte la mozione di sfiducia non sta nè in cielo nè in terra».
L’opposizione compatta, Pd, 5Stelle e Patto civico, non ci sente e con l’atto di sfiducia depositato ieri chiede le dimissioni di Maroni. Il governatore contrattacca sui social, «il Pd chiede le mie dimissioni? e non ha chiesto le dimissioni di Marino? Compagni, ma la coerenza?».
Coerenza richiamata all’interno del Pd da Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera che ricorda come «soltanto un anno fa quando a Roma fu arrestato l’assessore al patrimonio della giunta Marino, il presidente del consiglio comunale e anche alcuni consiglieri, e si chiesero dall’opposizione le dimissioni del sindaco, noi giustamente dicemmo che c’erano responsabilità personali, che avremmo dovuto fare pulizia all’interno del nostro partito, ma che la richiesta di dimissioni era da respingere al mittente. E adesso cosa è cambiato?».
Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia non nasconde, al di là delle diverse polemiche, la sua preoccupazione: «Il mio timore maggiore è che queste inchieste possano avere risvolti negativi rispetto a quello che Milano e la Lombardia devono essere sempre di più. Milano è stata definita non da me, ma dai grandi giornali di tutto il mondo, come la locomotiva d’Italia quindi d’Europa». L’attacco di Salvini alla magistratura non è piaciuto ad Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd: «Cambia il leader ma la destra italiana è sempre la stessa».

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