Roma. Schianto in auto, morte due bimbe «La mamma ubriaca al volante»

ambulanza ParigiSTRAZIO senza fine per il tragico schianto di domenica pomeriggio sulla via del Mare, all’altezza di Dragona nell’hinterland della Capitale, in cui era morta Valentina, una bambina di 12 anni: nella prima serata di ieri non ce l’ha fatta anche la sorella di 9 anni, Alessia, apparsa subito gravissima e ricoverata al Policlinico Gemelli. La mamma, 36 anni e origini brasiliane, è in un altro ospedale, il Sant’Eugenio dell’Eur, con una gamba fratturata in più punti. Ma, soprattutto, adesso rischia di finire indagata per omicidio colposo plurimo e guida in stato di ebbrezza, perché sarebbe risultata positiva all’alcol test nella misura di 2,53 milligrammi per litro di sangue, cinque volte superiore al limite consentito.

BENCHÉ alcune testimonianze raccolte dalla squadra investigativa della Polizia locale abbiano escluso che la donna avesse l’abitudine di alzare il gomito. Il tutto avviene a pochi giorni dall’approvazione in Senato del disegno di legge sull’omicidio stradale, punito con la reclusione da 8 a 12 anni se commesso da conducenti in stato di ebbrezza alcolica grave. Testo che ora è tornato per l’ultima lettura alla Camera.
In pratica, mentre era al volante della sua Fiat Punto la donna avrebbe avuto un colpo di sonno invadendo la corsia opposta e schiantandosi frontalmente contro un’Audi con due persone a bordo, carambolata poi su una 500 che sopraggiungeva guidata da un uomo di 73 anni, terza auto coinvolta e andata parzialmente a fuoco. Anche questi altri tre feriti sono ora ricoverati in codice giallo al Sant’Eugenio. Le due bimbe, per la violenza dell’urto, erano state sbalzate fuori dell’abitacolo e i soccorritori le avevano trovate agonizzanti sull’asfalto. Tanto che per entrambe i sanitari avevano adottato le procedure di rianimazione sul posto, previste in caso di arresto cardiaco.

LA PIÙ grande, trasportata prima all’ospedale Grassi di Ostia e da lì trasferita in elicottero al Bambin Gesù di Roma, è morta nella notte. Per la più piccola, meno di 24 ore dopo, è stata dichiarata la condizione di morte cerebrale. Il padre, che mentre si consumava il dramma era agli arresti domiciliari, è stato condotto in ospedale per il riconoscimento dei corpi e per rispondere alla richiesta della commissione medica sull’autorizzazione all’espianto degli organi. La ricostruzione dell’incidente è avvenuta in base ai rilievi della polizia stradale e all’interrogatorio di alcuni testimoni oculari.
Da valutare anche il fattore velocità: l’A4 su cui viaggiavano mamma e figlie (di ritorno verso Ostia da un pranzo a Roma), semidistrutta nell’impatto, ha il tachimetro fermo sui 120 chilometri all’ora (in un tratto in cui il limite è di 70) e sui 3.500 giri-motore. Ora gli investigatori del gruppo Sicurezza pubblica ed emergenziale (Sep) della Polizia locale aspettano che la donna (tenuta all’oscuro della sorte delle due figlie) si riprenda e possa rispondere alle loro domande.

Il Messaggero