Roma. Scontri al comizio, subito liberi. Salvini: “La giustizia mi fa schifo”

SalviniLA MANIFESTAZIONE serviva a regolare i conti o a celebrare l’unità del centrodestra? Perché Carroccio e Forza Italia, a bocce ancora in movimento, commentano due film diversi. Se i leghisti rilanciano l’incoronazione di Salvini a leader, i berlusconiani si affannano a conservare il territorio con le unghie e con i denti. Solo l’indignazione per la liberazione, dopo una notte, dei tre giovani antagonisti arrestati, provoca un coro unanime di proteste. « Più di cinque anni di galera al povero Ermes Mattielli, che si era difeso dai ladri, e neanche 12 ore a chi picchia un poliziotto. La giustizia italiana mi fa schifo», sbotta Salvini. Una giustizia che – sussurrano gli azzurri – involontariamente fa il gioco del capo della Lega, regalandogli un argomento da brandire.

DI BEN ALTRO, però, ha bisogno il Matteo milanese per aspirare a diventare leader del centrodestra: deve riuscire a unire Nord e Sud. Di qui, la necessità di dare vita a un nuovo soggetto – la Lega dei popoli – nel congresso che si svolgerà nei primi mesi del prossimo anno: le amministrative saranno la cartina di tornasole delle ambizioni di Salvini. Giura chi lo conosce che Berlusconi non abbia intenzione di mollargli lo scettro: «Era scontato che i giornali avrebbero scritto che sono stato detronizzato», fa filtrare da Arcore. Oggi torna a Roma: deve incontrare l’ambasciatore israeliano. Intanto, si occupa del partito (ieri ha nominato il suo medico, Zangrillo, responsabile della sanità azzurra e la Rizzoli del Welfare) cercando di sedare le preoccupazioni di chi, come Gasparri, sente d’aver «pareggiato fuori casa»: con la mia presenza a Bologna ho rilanciato l’unità del centrodestra. «L’unica strada per battere Renzi», sottolinea Bergamini. Da conciliare ancora i programmi, visto che su molti temi Lega e Forza Italia sono divisi. Ma intanto si cerca di stringere i bulloni per le prossime comunali: «Se serviranno – assicura Brunetta – faremo anche le primarie». La partita è aperta, e registra l’ennesimo scontro tra Lega e Ncd, con la Lorenzin che avverte: «Dal nostro logo si può togliere ‘destra’». Anche il rilascio degli arrestati («figli di papà che qualcuno protegge», protesta la Meloni, mentre Toti garantisce di essere «senza parole») è motivo di polemica. «Noi con le nostre forze di polizia li abbiamo arrestati. I magistrati li hanno scarcerati, l’opinione pubblica giudicherà», dice Alfano. Ma in Lombardia – dove governano assieme – la corda si sta rompendo, malgrado Maroni si sforzi di tenere insieme i pezzi. «Lavoriamo per creare uno schieramento autonomo, anche a Milano», sentenzia Formigoni.