PROFESSOR Stefano Vicari, adolescenti e rischi dell’iperconnessione. Un tema su cui i genitori si confrontano ogni giorno. Come uscirne?
«Regolamentare l’uso di internet – risponde il responsabile della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Bambino Gesù di Roma – certamente aiuta a trovare il giusto equilibrio. Per esempio, nel caso dei ragazzi, bisogna mettere in chiaro che nelle ore serali non si guardano i video perché contrastano il sonno. Durante l’infanzia, è preferibile non dare tablet ai bambini credendo che imparino prima a parlare, perché è la relazione che fa la differenza. Invece, quando vanno a scuola, qualche ora può andare bene, ma sempre con la mediazione di un adulto e senza sostituire il tempo della connessione a un’uscita all’aria aperta».
I casi di dipendenza dalla Rete sono in aumento?
«Sì. Il fenomeno dipende anche dalla facilità di accesso a internet».
In alcuni adolescenti, c’è una spia che può mettere in allarme?
«Diciamo che se mettiamo dieci ragazzini davanti a un accesso libero agli strumenti tecnologici, non tutti diventano necessariamente addicted, dipendenti, anche se non riusciamo a dare una percentuale. C’è una variante individuale, legata a una predisposizione biologica, e poi una componente socio-ambientale».
Su che cosa possono tenere alta l’attenzione le mamme e i papà?
«Bisognerebbe pensare al tipo di educazione che viene data ai figli e capire se sentono l’empatia con i genitori. Il livello empatico non si ferma a quante cose facciamo insieme, ma bisogna sentire l’altro come parte di me. Pensiamo che i ragazzi abbiano bisogno di stimoli per raggiungere le vette, ma forse non mostriamo loro come si cammina».
Per mancanza di tempo?
«Può essere, ma alla fine le relazioni non vengono condivise, molte famiglie appaiono disgregate e i figli si rifugiano nella Rete».
E così spuntano gli amici sui social network?
«I ragazzi confondono la comunicazione con quello che è solo uno scambio di messaggi. La relazione è fatta di sguardi, di comunicazione non verbale, di condivisione dello spazio. È illusorio pensare di avere tanti amici perché solo ‘contatti’ su Facebook».
IL CORRIERE DELLA SERA