Roma. Sfiducia respinta, vince la Boschi Renzi esulta: autogol dei grillini

boschiCOME in un copione già scritto, la Camera dei Deputati ha detto ‘no’ alla mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento Cinque Stelle contro il ministro alle Riforme, Maria Elena Boschi. Esito scontato e sconfitta sonora per le opposizioni che hanno preso meno voti di quanti ne avevano sulla carta, tanto che Matteo Renzi, da Bruxelles dove ha incontrato la Merkel, ha avuto buon gioco a parlare di «clamoroso boomerang» dei pentastellati. La maggioranza, dal canto suo, ha fatto il pieno grazie alla massiccia presenza in Aula dei deputati del Pd (294 su 301), che hanno voluto dimostrare la compattezza del partito del premier. Compattezza cui ha contribuito, a ranghi serrati, anche la minoranza. Parlando di numeri, la mozione è stata respinta con 373 ‘no’ mentre ha avuto 129 ‘sì’, ma sulla carta la somma di M5S, Lega, Sinistra Italiana-Sel, Fdi e del Misto godevano di 206 voti (mancavano all’appello ben 16 deputati grillini, tra cui il moderato Toninelli, 6 di Sel, 3 Fdi, 2 della Lega).

INVECE, i deputati azzurri sono usciti dall’aula al momento del voto perché contrari allo strumento della sfiducia individuale, ma annunciando una prossima mozione di sfiducia all’interno governo che ha comunque provocato l’ira di Salvini: «Se FI non vota la sfiducia ci sarà da rivedere tutto, anche la coalizione». Ira motivata, pare, dal fatto che, al Senato, tale mozione non sia ancora stata depositata dal ‘morbido’ capogruppo Romani. Infine, sia i Conservatori e Riformisti di Fitto che i verdiniani di Ala hanno votato contro la sfiducia anti-Boschi: i primi per ‘garantismo’, i secondi perché ormai sono entrati stabilmente dentro la maggioranza. Stessa cosa hanno fatto, ovviamente, tutti i gruppi minori della maggioranza. Il dibattito è iniziato in sordina, con pochi deputati presenti e solo i banchi del governo assiepati da molti ministri (Madia, Lorenzin, Delrio, Orlando). Dopo l’intervento della ministra, che ha ottenuto il plauso di molti dem sia per la ‘presenza scenica’ che per la ‘mozione degli affetti’ che, infine, per «aver risposto punto per punto alle accuse, smontandole una ad una», sono iniziate le dichiarazioni di voto dei gruppi.
La tensione è salita poco a poco ed è esplosa con l’intervento del grillino Alessandro Di Battista che parla a braccio, come la Boschi, ma che, più che parlare, urla e le inveisce contro. Dai banchi del Pd si risponde con altre urla, ‘buhh’ e grida di ‘fascista’ fino al
tweet di Ernesto Carbone («I grillini figli dei fascisti fanno la morale a noi? Sciacquatevi la bocca»). Quando parla Ettore Rosato, però, capogruppo del Pd, se la prende più con Scotto, capogruppo di Sel, e i suoi che con i grillini: «Andate a rimorchio di M5S. Ci saranno conseguenze». E così, tra deputati vendoliani che fremono e soffrono l’asse con i grillini e leghisti ed ex-An che attaccano la ‘codardia’ degli azzurri, i dem sorridono.

Resto del Carlino