Roma. Slittano i nuovi orari UE, tremila assunti ma solo a Febbraio

dottoriUN GIOCHETTO che, all’Italia, potrebbe costare tra gli 80 e i 90 milioni di euro l’anno se non di più. Oggi è il «grande giorno» che rivoluzionerà la sanità italiana con l’adeguamento (in ritardo almeno di una decina d’anni) alle norme europee su orari dei turni (non più di 48 ore a settimana) e riposi dei medici (11 ore ogni 24 lavorate). Un rapido conto che fa Carlo Palermo, vicesegretario nazionale dell’Anaao, organo di rappresentanza dei camici bianchi, svela la realtà: allo stato attuale i nostri professionisti lavorano 10 milioni di ore in più all’anno rispetto ai parametri Ue. Come se, invece di 12 mesi, si presentassero in servizio per 14. Il tutto, tramutato in forza lavoro umana, significa che all’appello mancano almeno 6.000 medici per garantire lo
status quo, ossia la situazione attuale.

IL GOVERNO, invece, è orientato ad assumerne 3.000. E neanche subitissimo. Invece di un decreto legge immediatamente operativo, ci si affida ad un emendamento della Legge di stabilità. Il che significa posticipare di altri tre mesi l’entrata in servizio dei nuovi condottieri con lo stetoscopio. Ma le multe europee non sono da ridere: dai 200.000 ai 300.000 euro al giorno. Fino alle previsioni dei milioni di euro fatte dall’Anaao. Non ce lo possiamo permettere come, sembra, sarebbe difficile permetterci le assunzioni dei 3.000 su cui l’esecutivo è stato costretto a capitolare. E qui arriva il guizzo d’ingegno: anticipare nella Finanziaria una parte del disegno di legge sulla responsabilità professionale dei camici bianchi e utilizzare i risparmi conseguenti (per mancati rimborsi di presunti danni) per lo sblocco del turn over.
Certo i tempi non sono brevi ma per Sergio Venturi, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, qualche risparmio si potrebbe monetizzare già sul 2016. Nella pratica, però, questo impianto comporterebbe un allungamento dei tempi fino a febbraio con un’ulteriore deroga che si potrebbe trattare soltanto con i medici stessi, se fossero d’accordo, in sede di rinnovo contrattuale. E, per il contratto, non si sa se siano state stanziate risorse nella Legge di Stabilità né, tantomeno, a quanti ammontino.
Di discuterne non se ne parla proprio: Costantino Troise, segretario nazionale Anaao, è categorico: «Il tavolo all’Aran è morto perché ci si ragionava solo di deroghe». Di qui la decisione dei sindacati di proclamare agitazioni e scioperi che culmineranno con una giornata di paralisi totale il 16 dicembre.

«CI RIMETTERANNO i cittadini – spiega Troise – ma Regioni e governo hanno cercato questo risultato con caparbietà fingendo di non vedere». E, per l’ordinario quotidiano, si punta a quello che i sindacati definiscono «caporalato medico». I professionisti si usano a prestazione: 4 euro l’ora per la notte, 11 euro l’ora per i soci delle cooperative di camici bianchi.