LA PSICOSI bomba irrompe nella vita quotidiana delle città ed esplode sul web. Una raffica di falsi allarmi scuote il Paese. Tanto che, di fronte al messaggio più eclatante diffuso su Whatsapp – di una «mamma» che annuncia un attentato nella Capitale – scende in campo il premier, deciso a bloccare ogni paura infondata: «Ragazzi non fatevi fregare – mette in guardia –. Chi vuole rinchiuderci in casa non può avere la meglio».
LA PROCURA di Roma fa sapere di aver aperto un’inchiesta per procurato allarme nei confronti dell’autore del messaggio vocale. La giornata di ieri è stata caratterizzata da un’escalation. Da Roma a Milano, da Firenze a Napoli, fino all’autostrada del Sole: metropolitane, stazioni ferroviarie, autogrill, piazze, stadi e addirittura un ospedale (il San Giovanni nella Capitale), sono stati tutti teatro di interventi delle forze dell’ordine per verificare i pericoli segnalati. A tenere banco, però, è stato soprattutto il caso del messaggio su Whatsapp di una presunta mamma. A spiegarlo è lo stesso Renzi. «In queste ore sta girando un falso messaggio vocale di una madre allarmata che parla alla figlia e le dice di stare attenta perché la situazione è peggiore di quella che le istituzioni fanno conoscere. Per me è procurato allarme». Nel messaggio incriminato una «madre» avverte la propria figlia di non uscire di casa perché ci sarà un attentato terroristico nel centro della città. A essere colpiti, si dice, saranno soprattutto i giovani che frequentano i luoghi della movida. La donna afferma di avere una fonte sicura, un’amica che lavora al ministero dell’Interno. Il tam tam della chat più usata al mondo ha reso il contenuto virale al punto da giungere anche sul cellulare del presidente del Consiglio. Immediata la reazione anch’essa via social.
«Ciao ragazzi – esordisce – sono Matteo Renzi. Solo per dirvi che girano un sacco di bufale, di messaggi strani, su Facebook, su Twitter. Io l’ho ricevuto su Whatsapp. Qualcuno crede di essere simpatico, forse divertente. Ma non si rende conto che suscita e crea un clima di ulteriore paura, talvolta persino di panico. Io vorrei invitare tutti a non cascarci, a non farvi fregare da questo clima che qualcuno vorrebbe creare». «È fondamentale che non cadiamo nella trappola – aggiunge – di chi vorrebbe chiuderci a chiave in casa e farci vivere nella paura».
LE FORZE dell’ordine e la magistratura si attivano subito. La polizia parla di «bufala». E fa presente che si rischia un’incriminazione per procurato allarme. A tarda sera, la ‘svolta’. Una donna e la figlia si presentano spontaneamente negli uffici della polizia postale a Roma, quartiere Trastevere. Vogliono chiarire. La donna ha riferito che ieri sera era al telefono con un’amica della figlia e, per convincere entrambe a non uscire di casa, ha inventato la storia dell’imminente attentato.
Resto del Carlino